martedì 8 aprile 2008

Un berlusca rauco ma di nuovo scatenato...


..... quello appena visto in "Pomeriggio" su Sky TG24. Come al solito si è "pappato" i suoi intervistatori in un sol boccone, compresa la Latella che ci ha provato a metterlo in imbarazzo ma senza successo alcuno. Novità emerse da questa intervista? Solo una, ma di rilievo: la prospettiva inciucio sembra finalmente allontanarsi, persino come ipotesi di scuola.

Berlusconi ha affermato con ritrovata fermezza e convinzione che Veltroni è, letterale, "il comunista bugiardo di sempre"! Cacchio, Cavaliere, era ora che tornassimo alla normalità. Non se ne poteva più del soporifero bon ton di questa campagna elettorale!


Il dialogo con chi mente sempre e su tutto è impossibile!
Berlusconi lo sa bene, ma ascolta troppo gli ex-democristiani e gli ex-comunisti che lo attorniano e lo consigliano. l' Italia ha una sola via per porre rimedio al suo sfacelo, al di là delle ricette economiche e delle riforme istituzionali: deve smetterla di essere democristiana e marxista, anche nel linguaggio.

Anzi, forse proprio a cominciare dal linguaggio. Basta con il politically correct che non è altro che una vaselina per fottere gli italiani.
E' ora di cominciare a dire pane al pane e vino al vino, in questo paese, è ora di mettere in soffitta quella retorica che ha soffocato culturalmente il nostro paese fin dall' Unità e che ancora regna sovrana sulle labbra di tutta la nostra classe dirigente politica (e non) con una sola eccezione: quelle di Silvio Berlusconi quando smette di dare ascolto a quei cavalli bolsi dei suoi consiglieri, Gianni Letta in testa.

Io confido molto nei 72 anni di Berlusconi. I vecchi, si sa, hanno questo vantaggio (fra i tanti svantaggi) rispetto ai maturi e ai giovani: quello di potersi permettere di dire le cose fuori dai denti, senza più preoccuparsi di ferire questo o quell' altro.
Il nostro paese ha bisogno di questa "sincerità" più di ogni altra cosa, ha bisogno di attenuare la sua ipocrisia chiesastica da sacrestia e da sezione, ha bisogno di verità e più sgradevoli saranno queste verità e meglio sarà per tutti!

Io spero che la "sincerità da vecchiaia" di Berlusconi, più l' esperienza politica e di governo che ha maturato negli ultimi sette anni, più la forza della crisi economica che ci impedirà di continuare a raccontare balle a noi stessi (e ad apprezzare chi ce le racconta), diventino il viatico per la riscossa di questo disgraziato Paese.
Amen!

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il cannocchiale

4 commenti:

Luca ha detto...

Caro paraffo, hai ragione, il tuo post non mi è piaciuto (anche se sono sopravvissuto ;-) ). Tenterò di spiegarti il perché, se hai pazienza (temo che sarò di nuovo troppo prolisso!).

Affermi che non se ne può più del bon ton, e che il politically correct è un linguaggio da abbandonare, per smettere di essere cattocomunisti anche nel linguaggio. Per quanto possa essere d'accordo che in certi casi il politically correct sia ipertrofico, sono tra quelli che stimano questa limitazione non solo utile, ma necessaria.

Mi piace pensare alla competizione politica come a un duello sportivo (non strettamente, dato che ci sono più competitori in contemporanea, ma seguimi nel ragionamento). Tutti gli sport che presentano duelli di questo genere, che il loro scopo sia vincere ai punti come nella scherma oppure mandare al tappeto l'avversario come nella boxe, hanno una caratteristica comune: quando gli sfidanti salgono sul ring o sulla pedana, accettano implicitamente di onorare determinate regole prefissate, stupide o razionali che siano, e di rispettarsi l'un l'altro nel rispettare questi limiti a loro imposti. Si tratta di tradizioni molto antiche: già nei duelli o nei tornei medievali i cavalieri dovevano seguire regole molto rigide nel combattimento, dalla scelta delle armi ai modi leciti con cui colpire. Lo stabilire delle regole fisse, e il decidere che lo scopo del duello non deve essere (necessariamente) la morte dell'avversario, distingue queste competizioni sportive da una guerra vera e propria, o da una rissa. E se qualcuno sgarra, nel seguire queste regole, e usa una mossa magari geniale, magari inventiva, ma proibita, be' viene prima richiamato o, se persiste, gentilmente accompagnato fuori. Anche se, essendo inventivo, stava vincendo.

Ciò potrebbe sembrare un inutile limitazione, ma non lo è. Permettimi di ricordare Nietzsche, quando parlando dei funamboli ricorda che essi non avrebbero quella grazia istintiva, quella leggerezza, se non si fossero posti dei limiti, molto stretti, ardui, inconcepibili per i comuni mortali; ma il seguirli non li ha resi più deboli, bensì più forti, più leggeri. Un po' come, ricorda sempre Nietzsche, nella poesia; dove le limitazioni che i poeti si impongono, di esprimere il magma delle proprie emozioni in versi codificati con regole ferree, non limita il loro spirito inventivo, bensì lo esalta.

Il rimuovere questi limiti, auto-imposti e accettati, non è cosa positiva. Può rendere temporaneamente più forti, e baldanzosi; perché si è liberi da un peso che prima si portava: eppure, passata l'euforia, dismesso l'allenamento quotidiano, ci si ritrova in realtà molto più deboli di prima. Laddove qualcuno che, con disciplina, continua a seguire quei canoni dimostra forse meno estro, ma risulta più duttile, più affinato e temprato.

Così vedo io la politica. Dovrebbe essere, come dicevo prima, uno scontro alla pari tra contendenti pacifici, che aderiscono implicitamente ed esplicitamente a regole di fondo non scritte - che li mettano sullo stesso piano, e non diano un vantaggio intrinseco a nessuno dei due, tra le altre cose.

L'infrangere queste regole, il fregarsene (che a me, per quanto giovane, ricorda certi atteggiamenti di un dittatoriello da repubblica bananera che ci siamo sorbiti per vent'anni, molto tempo fa), non è indice di maturità, indipendenza, onestà intellettuale, freschezza. Personalmente, lo vedo solo come una debolezza - di chi non sa giocare secondo le regole, e vincere solo barando.

Di qui anche il mio rifiuto per le frasi di Bossi: prima che criminali, sono totalmente al di fuori di ogni regola civile di competizione elettorale.

Bon, spero di non averti annoiato! E detto questo, buonanotte :-)

*paraffo* ha detto...

Luca ha scritto:

Mi piace pensare alla competizione politica come a un duello sportivo (non strettamente, dato che ci sono più competitori in contemporanea, ma seguimi nel ragionamento).

Ti seguirei certamente, Luca, ma perderemmo il nostro tempo, perchè devo stopparti già qui: "Mi piace pensare ...." Anche a me, Luca, piacerebbero tante cose, per esempio vivere in un paese in cui un imprenditore come Berlusconi non fosse stato costretto ad entrare in politica per salvarsi il culo. Ma non è questo il punto. Quel che voglio, invece, dire è che quello che differenzia FONDAMENTALMENTE la tua visione della vita dalla mia è che io guardo alle cose per come sono e non per come mi piacerebbe che fossero. Mi pare che tu faccia il contrario. Questa differenza comporta l' inevitabile divergenza delle nostre opinioni politiche, non ti pare?
Sul piano dei desideri, probabilmente concorderemmo su tutto. Anche a me piacerebbe che Berlusconi non fosse in politica, credimi! Ma c'è e, se c'è, vuol dire che questo paese merita un Berlusconi e se lo merita la colpa non è di Berlusconi e neppure di chi lo vota, ma di chi ha determinato le condizioni perchè un Berlusconi arrivasse!

Ovviamente mi riferisco ai cattocomunisti e della loro visione anticapitalista e antiliberista che sarebbe stata perfetta se fosse stata l' armata rossa a liberarci dal nazi-fascismo. Sfiga ha voluto che siano stati gli americani a farlo e ad imporci di vivere al di qua della cortina di ferro, cioè in un mondo capitalista e liberista. La contraddizione fra questo tipo di mondo e il modello anticapitalista e antiliberista dei nostri governati catto-marxisti ha determinato quell' aborto di paese che è l' Italia.

Sarebbe stato bello se questa contraddizione non si fosse verificata? Certo, ma si è verificata ed allora è arrivato Berlusconi a cercare, ahimè finora invano, di rimediare.

Tutti gli argomenti che tu poni in questo e nel precedente intervento sono assai interessanti e perfettamente conseguenti al tuo approccio alle cose della politica. Il mio è diverso, come ti ho appena spiegato. Grazie a questo "mio" tipo di approccio, credo di aver individuato qual' è il nocciolo del problema Italia. Ti riamando, dunque, al mio post di questa mattina che puoi trovare qui

Dopo avermi letto, caro Luca, capirai perchè ho deciso di "tagliar corto". Questa decisione la devo a te e a quei pochi interlocutori intelligenti e preparati che ho potuto incontrare qui. Mi avete stimolato a riflettere profondamente e a cercare la ragione di fondo delle nostre differenze di opinioni.

Vi sono sinceramente grato per esservi confrontati con me e avermi fatto capire cose a cui, da solo, forse non sarei mai arrivato.

Un saluto cordialissimo e un sincero augurio di successo.

Ehi, cosa hai capito, Luca?!!! Parlo di successo personale, non politico!

Per quest' ultimo, ti auguro un Pd al 31% e una SA al 15% (alla Camera soltanto, ben inteso)!!!

Rido! Ciao!

Luca Venturini ha detto...

Caro Paraffo,
probabilmente hai ragione sul fatto che saremmo d'accordo su molti dei problemi dell'Italia e su quali riteniamo siano le soluzioni più appropriate! Temo però che le nostre idee siano decisamente opposte non tanto, appunto, sulle soluzioni, ma su chi riporre la nostra fiducia affinché le realizzi.

Io ritengo che Berlusconi non meriti questa fiducia, e ti ho esposto le mie ragioni. Tu hai contrapposto le tue per cui non ti fidi di Veltroni e della sua parte politica; e il mio grosso, enorme timore non è di sbagliarmi, o che entrambi abbiamo torto in qualche maniera - bensì che abbiamo entrambi ragione da vendere, e che nessuno dei candidati in lizza - nessuno - possa finalmente cambiare l'Italia per avvicinarla a standard europei.Spero sinceramente che, chiunque vinca, dimostri che questi timori sono infondati, ma temo fortemente il contrario.


Per quanto riguarda il vedere il mondo come si vorrebbe che fosse invece che per quello che è...serve un minimo di immaginazione e speranza, nel guardare il mondo ;-) Non per chiudere gli occhi di fronte al reale, ma per vedere anche il possibile e realizzabile.

Spero comunque che non smetterai di scrivere dopo le elezioni: chiunque vinca, qualunque sia lo scenario (facendo gli scongiuri per evitare una situazione speculare a quella del csx nel 2006: un'elezione di nuovo nel 2010 no!), mi sa che l'attenzione della gente e della stampa dovrà rimanere desta. Dato che a fare inchieste sono pochi e la stampa non è esattamente libera bensì schierata dall'una o l'altra parte, starà a noi con Internet fare da "Quarto Potere e Mezzo" ;-)

P.S.: non li avessi visti combinare solo disastri e non compiere nessuna delle cose che propugnano (mio parere), [url=http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Mezzogiorno-di-fuoco/2007607/1/0 ]questo articolo[/url] mi farebbe propendere dalle parti della Lega. E invece, dato che siamo in un'Italia dove a fare per primi liberalizzazioni (minime e all'amatriciana) sono stati i comunisti...mi sa che voterò per la parte avversa. Più probabilità che faccia qualcosa di serio (IMHO) :-)

*paraffo* ha detto...

La tua risposta mi conferma quanto avevo già capito: tu possiedi una testa pensante, amico Luca, e parlare con te sarà sempre un piacere.

Oggi sei la terza persona che mi invita a non chiudere questo blog, dopo le elezioni, però sei la prima che lo fa pur votando per Veltroni e questo rende ancora più prezioso il tuo invito.

Grazie, amico Luca: ci penserò seriamente e poi deciderò.

Interessante la tua considerazione di internet come alternativa alla carta stampata non indipendente. In effetti, senza il controllo da parte di gente libera, una democrazia è zoppa.

L' ho detto io stesso più di una volta, proprio qui.

Un saluto cordiale e alla prossima!