mercoledì 19 marzo 2008

Gesù e Bertinotti secondo Sartori

Ottimo l' articolo di Sartori: spiega, con parole semplici, semplicissime, cosa sia il capitalismo e cosa sia il ... pauperismo che vi si oppone ancora oggi (ma solo in Italia). Spiega perchè il comunismo è fallito e perchè non poteva non fallire. Spiega anche la differenza fra il socialismo riformista (cioè social-democratico) e quello non-riformista (cioè comunista).

Spiegazioni tutte ineccepibili, per carità! Peccato, però, che il nostro Sartori appartenga alla folta schiera dei liberali che odiano Berlusconi ed abbia, quindi, per ragioni elettorali, "dimenticato" di dire che il partito dei pauperisti (cioè degli anticapitalisti) non ha una matrice solo marxista. Ha anche una matrice cattolica, quella dell' evangelico "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel Regno dei Cieli".

Non è una dimenticanza di poco conto e non è certo involontaria. Ricordarla, infatti, comporterebbe la conseguenza di dover spiegare, ai suoi lettori, quanto sia fasulla la improvvisa "conversione" del PD alla social-democrazia. Questa conversione non è credibile - a mio parere - proprio per la presenza, in questo partito, dei cattolici!!

Il fatto che la presenza di questi ultimi sia minoritaria ha poca importanza: anche le cellule cancerose sono minoritarie rispetto a quelle sane, eppure riescono ad uccidere il corpo che le ospita!

Il lettore più attento si è accorto che ho definito killers del capitalismo non i cristiani ma i cattolici. Con la Riforma luterana, infatti, i cristiani non-cattolici hanno abbandonato il pauperismo (ipocrita) della Chiesa di Roma, hanno smesso di considerare l' accumulo di denaro un peccato e hanno cominciato a considerarlo una virtù, addirittura una virtù civile, un segno tangibile di interesse al bene della comunità, un modo oltremodo virtuoso per cantare le lodi del Signore! Altro che cammelli e crune di aghi!! I ricchi vanno in paradiso prima degli altri, come premio per aver prodotto quella ricchezza che aiuta i poveri a diventare meno poveri, se non addirittura benestanti.

I cattolici, al contrario, continuano a diffidare del denaro, a considerarlo lo sterco del diavolo, con tutte le conseguenze pratiche che questa follia ideologica comporta e che non sto qui ad elencare. Dico solo che una concausa "psicologica" della smodata attitudine degli italiani alla evasione fiscale è proprio la necessità, per un cattolico ricco, di nascondere quanto più possibile i suoi redditi perchè di essi si vergogna!

Personalmente sono povero, anzi sto diventando poverissimo, ma le vicende della vita mi hanno portato a conoscere intimamente molti nuovi ricchi (cioè gente che si è arricchita col proprio lavoro) e vi posso assicurare che, in loro, la sensazione di vergogna è fortissima: anche quando sanno perfettamente di essersi guadagnati ogni centesimo che possiedono con la loro inventiva, la loro determinazione, il loro sacrificio, la loro dedizione totale al lavoro, tendono a definirsi "fortunati" più che bravi e, quindi, a vergognarsi di fronte alla "sfortuna" degli altri.

Unica eccezione, in Italia, a questa regola della vergogna per la propria ricchezza è ....... Silvio Berlusconi, l' unico imprenditore italiano ad essere pubblicamente fiero del suo denaro, l' unico ad ostentarlo, l' unico a vantarsi della sua bravura ed è ANCHE questa sua "mancanza di pudore cattolico" che spiega, secondo me alla alla perfezione, perchè sia odiato in modo tanto viscerale da moltissimi e sopportato a fatica persino da chi lo vota soltanto perchè lo considera meno pernicioso dei suoi competitori. Certo, poi ci sono anche coloro che lo amano, come me, ma sono, siamo, una assoluta minoranza.

Il Berlusca è così poco cattolico, così tanto convinto di essere un buon cristiano (alla protestante maniera), che non riesce neppure a concepire di poter essere odiato dai suoi concittadini dopo tutto il bene che la sua ricchezza ha portato loro. Lui, insomma, crede - con evidente sincerità - che tutti DOVREBBERO amarlo. Anche io penso che tutti dovrebbero, se non amarlo, almeno rispettarlo, ma - al contrario di lui - so che non è così e so, anche, perchè non è così.

Il perchè ho tentato di spiegarlo in questo post: perchè siamo un paese profondamente cattolico, cioè profondamente pauperista, cioè profondamente anti-capitalista. Il che spiega perchè l' Italia sia l' unico paese al mondo in cui ci si possa ancora dichiarare orgogliosamente comunisti, come fa Bertinotti (senza essere presi a sonore pernacchie) e perchè il socialismo riformista non è mai nato e mai nascerà, checchè ne dica Veltroni e perchè, infine, il liberalismo latita persino fra coloro che si dichiarano liberali come i vari Sartori e i vari Mieli, e persino gli alleati politici del Berlusconi e persino tanti internet-nauti che scrivono nei blog, magari lamentandosi che Berlusconi non sia abbastanza liberale per i loro gusti!!!!

Insomma, amici miei, cattolicesimo e liberalismo sono culturalmente incompatibili. Punto!

Figuriamoci quanto poco compatibile al liberalismo possa essere il catto-comunismo, cioè quella dottrina non scritta che ha sostituito, dopo la guerra, il catto-fascismo e che ammorba l' Italia da oltre 60 anni, rallentandone il progresso economico e civile nei periodi di vacche grasse e uccidendolo nei periodi di grasse magre.

Corriere della Sera

Il miracolo dei soldi

Giovanni Sartori

L'altra sera su «La7» Ritanna Armeni ha centrato il problema così: «Se c'è una cosa che è di sinistra è la questione dei salari e degli stipendi». Vero. Così come è vero che il desiderio di trovarsi più soldi in tasca è un desiderio primario, e per i poveri un bisogno primario. Il problema resta di come si fa. Deve essere chiaro, in premessa, che la questione non è soltanto di distribuzione, di distribuzione della ricchezza; è anche, e prima, di creazione della ricchezza. Se prima, a monte, non ci sono soldi, a valle non c'è nulla da spartire. Mi sembra ovvio. Eppure i più non si chiedono che cosa produca ricchezza. La danno per scontata, come se i soldi piovessero dal cielo, come se ce li regalasse Gesù Bambino. Magari. Ma finora non è mai successo. Allora cosa si deve intendere per ricchezza, e cosa la produce?

Fino all'avvento della società industriale la base dei patrimoni era l'agricoltura, il lavoro «a mano » dei contadini, seguita a distanza dal commercio. Salvo piccole eccezioni, fino alla fine del '700 abbiamo avuto società povere, molto povere, la cui ricchezza era sterile, per dire che i ricchi la consumavano in spese sontuose: palazzi, chiese, opere d'arte. Questa era, allora, ricchezza per uso, e non ancora ricchezza per investimento: il denaro investito in produzione di ulteriore denaro, in «capitale ». La parola deriva da caput, la testa (come nell' espressione pena capitale), e acquista il suo significato economico con la rivoluzione industriale e il suo moltiplicatore: la macchina. E guai a non consentire a questo moltiplicatore di moltiplicarsi.

Il socialismo riformista lo ha capito, e difatti accetta il sistema di mercato con tutte le sue implicazioni. Certo non può abbandonare salari e stipendi a una competizione selvaggia che davvero porterebbe all'impoverimento crescente del proletario (mal previsto da Marx); e difatti questa sinistra, la socialdemocrazia, si impegna nel welfare e nella protezione delle fasce sociali più deboli.

Invece il socialismo cosiddetto alternativo, che è in sostanza un vetero- comunismo, non ha capito niente di niente. Non ha capito perché l'Unione Sovietica sia morta per collasso, perché l'economia di pianificazione collettivistica sia stata un disastro, e perché la ricetta del «niente a nessuno», la ricetta della eliminazione della proprietà privata, abbia prodotto la più sanguinaria dittatura totalitaria della storia. Prodi si illudeva di ammansire Bertinotti. Che invece rientra nella mischia elettorale più cattivo che mai predicando la guerra tra «sfruttatori e sfruttati».

Domanda: cosa ne dovremmo fare, presidente Bertinotti, degli sfruttatori? Li ammazziamo, come fece Stalin? Li espropriamo? In entrambi i casi uccidiamo la gallina che fa le uova d'oro. Il problema —ricordo—è la ricchezza per investimento, il capitale che alimenta e fa crescere l'economia. Se lo dissipiamo, i primi a trovarsi alla fame saranno proprio i cosiddetti sfruttati. Certo, una economia «troppo libera» crea ricchi troppo ricchi e poveri troppo poveri. Ma questo è un problema di ridistribuzione, come il socialismo riformista ha capito e il Bertinottismo no. Il Bertinottismo dipende (anche se non lo sa) dall' aiuto di Gesù Bambino.

19 marzo 2008





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il cannocchiale

13 commenti:

Davide Andriolo ha detto...

Secondo me non cogli il centro della questione. Non è la ricchezza il problema ma la sua distribuzione. La politica Berlusconiana purtroppo mira ad aumentare la forbice fra ricchezza e povertà nel paese, così ha fatto nei 5 anni di governo e così si presenta alle elezioni fin dal suo programma elettorale, infarcito di specchietti per le allodole sul tema della redistribuzione, ma che non affrontano seriamente il problema della gente che fatica ad arrivare a fine mese. In un paese civile questo non è pensabile. Veltroni ha detto chiaramente: io non sono contro la ricchezza, io sono contro la povertà. Per questo voterò PD

*paraffo* ha detto...

Secondo me non cogli il centro della questione. Non è la ricchezza il problema ma la sua distribuzione.

Certo, amico Macondo, che il problema è la distribuzione della ricchezza! Non ne ho parlato perchè l' aveva appena fatto Sartori ed il mio era un commento a quel che mancava in quell' articolo, non a quello che di giusto e sacrosanto diceva (cioè tutto, problema della distribuzione della ricchezza compreso)

La politica Berlusconiana purtroppo mira ad aumentare la forbice fra ricchezza e povertà nel paese, così ha fatto nei 5 anni di governo e così si presenta alle elezioni fin dal suo programma elettorale, infarcito di specchietti per le allodole sul tema della redistribuzione, ma che non affrontano seriamente il problema della gente che fatica ad arrivare a fine mese. In un paese civile questo non è pensabile.

La responsabilità dell' aumento della forbice fra ricchezza e povertà è il problema dei problemi e risale, in Italia, a prima che tu nascessi, Macondo, e non al governo Berlusconi come tu credi di sapere, nè è stato il suo governo ad incrementarlo, al contrario! La dimostrazione è che si è aggravato in modo insopportabile proprio col Governo appena defunto, come potrebbero confermarti tutti gli esponenti della Sinistra Arcobaleno che, in questi giorni, non smettono di ricordarlo proprio a chi ha intenzione di votare per Veltroni.

Veltroni ha detto chiaramente: io non sono contro la ricchezza, io sono contro la povertà. Per questo voterò PD.

Certo che Veltroni dice questo. Cosa ti aspetteresti che dicesse? La stessa cosa dicono Belusconi e Tremonti, e lo sapresti anche tu se li ascoltassi invece di cambiare canale appena compaiono in video, la stessa cosa dicono Bertinotti e Giordano, Storace e Santanchè e tutto l' universo mondo dei politici di ogni età e colore.

Quindi, il problema non è quel che dicono ma la loro credibilità nel dirlo. A mio avviso, chi ha dimostrato per 60 anni (e non dai i pochi anni da quando ti interessi tu di politica) di essere prima avverso alla creazione della ricchezza e poi a favore soltanto di quella parassitaria e statalista dei Poteri Forti di cui il centrosinistra ha storicamente curato gli interessi (e continua a curarli) non è ASSOLUTAMENTE credibile.

Tu, invece, ci credi? Tu credi davvero che Veltroni abbia, con un colpo di bacchetta magica, cambiato la mentalità e gli interessi della sua parte politica? Domande retoriche le mie! Certo che ci credi!!

Be', che vuoi che ti dica, mio giovane amico? Io credo solo a quel che posso vedere, misurare e confrontare il che mi rende assolutamente impotente di fronte a chi, invece, ha attitudine alla fede. Non c'è argomento razionale che possa sostenere il confronto con la granitica forza di un dogma, come è, appunto la "svolta" di Veltroni.

Posso solo incrociare le dita e sperare che Padre Walter perda le elezioni malgrado il tuo atto di fede.

Ciao!

Davide Andriolo ha detto...

Son davvero contento dei modi pacati con cui stiamo affrontando la discussione, gradirei solo non esser accusato di inesperienza e di prove di Fede perché, per quanto possa esser giovane, se uno studia un po' di storia, e storia economico-politica in particolare, un'idea delle cose può farsela anche senza bisogno di aver vissuto in prima persona gli eventi. O dobbiamo per forza aver vissuto il fascismo per poterlo condannare? Io non cito parole televisive, la tv neanche la guardo, ho studiato attentamente i dati economici e i programmi elettorali delle varie forze politiche, e parlo sulla base di questi. Fatta questa premessa, riprendo la questione. La forbice si è allargata a causa di una scellerata politica del lavoro nel quinquennio berlusconio, politica necessaria (non lo nego) per far fronte all'immobilismo di questo paese, ma che non ha garantito i giusti cuscinetti sociali. Il governo Prodi è riuscito, nonostante la sua difficile situazione di instabilità (creata da una legge ignobile del centrodestra), a introdurre alcune di queste misure, oltre ad aver raggiunto altri meriti riconosciuti anche da esperti internazionali come il Financial Times. Non sto qui a elencarli, ma li ho riassunti efficacemente qui: http://www.imille.org/2008/03/faq_forse_troverai_delle_rispo.html
Non sto neanche a rispondere agli attacchi ideologici dei comunisti, dato che credo che entrambi siamo d'accordo sul loro vivere al di fuori dalla nostra realtà. Io, ripeto, ti cito dati, non parole, e son fatti e dati che Berlusconi in 5 anni di governo robustissimo e maggioranza schiacciante non è riuscito a dare una svolta al paese, che ripete oggi le stesse promesse di allora, e che quelle promesse stesse non mi convincono.
Ridurre la pressione fiscale, tanto per fare un esempio, non significa nulla economicamente parlando, se non dici a quali fasce di popolazione ridurrai le tasse,e infatti pensi di ridurre solo per chi già ha, come hai fatto precedentemente. Detassare gli straordinari non ha valore per chi è precario, perché gli straordinari non gli vengon proprio riconosciuti, senza contare che una misura in tal senso disincentiva le nuove assunzioni (quando invece proprio col governo Prodi si è raggiunto il record di occupazione, mentre Berlusconi dichiarava milioni di posti di lavoro creati quando in realtà non ha fatto altro che considerare nelle statistiche i lavoratori in nero regolarizzati)!
Potrei continuare all'infinito, ma devo tornare al mio, di lavoro, ora, e credo nessuno conosca la situazione dei precari meglio di un precario stesso (e la mia è già fortunata). Ti ripeto, però, di nuovo, che non credo proprio di votare per atto di Fede, ma proprio sui dati e sulla credibilità. Tutti i politici italiani hanno avuto la loro occasione e l'hanno sprecata, Berlusconi su tutti per la maggioranza che ha avuto. Veltroni resta davvero l'ultima speranza, il suo programma è economicamente e socialmente sostenibile, e lui stesso ha dimostrato di saper fare, a Roma..perché non credere a lui e credere a chi ci ha governato in modo fallimentare per anni proprio non lo capisco

*paraffo* ha detto...

Son davvero contento dei modi pacati con cui stiamo affrontando la discussione, gradirei solo non esser accusato di inesperienza e di prove di Fede perché, per quanto possa esser giovane, se uno studia un po' di storia, e storia economico-politica in particolare, un'idea delle cose può farsela anche senza bisogno di aver vissuto in prima persona gli eventi. O dobbiamo per forza aver vissuto il fascismo per poterlo condannare?

Concordo perfettamente su tutto quanto hai esposto. Io sono un cultore della storia, quindi figurati!

Io non cito parole televisive, la tv neanche la guardo, ho studiato attentamente i dati economici e i programmi elettorali delle varie forze politiche, e parlo sulla base di questi.

Appena ricevuto il tuo post, sono corso a cercare, con Google, i dati economici della gestione Berlusconi e non ho trovato nulla o, meglio, mi sono arreso dopo una mezz'ora, soprattutto quando, nel sito dell ' ISTAT, ho visto che i dati sull' occupazione erano disaggregati, cioè riportati per quadrimestre e, francamente, non me la sono sentita di mettermi pazientemente ad aggregarli. Quindi, ti sarei davvero grato se tu, che questi dati hai studiato attentamente, fossi così cortese da segnalarmi i link o, comunque, le fonti che hai utilizzato tu. Quanto al tuo attento studio dei programmi dei due partiti, lasciami dire che un programma rappresenta una intenzione, una volontà, una speranza (per questo parlavo di "fede" e di credibilità) e non una certezza.

Fatta questa premessa, riprendo la questione. La forbice si è allargata a causa di una scellerata politica del lavoro nel quinquennio berlusconio, politica necessaria (non lo nego) per far fronte all'immobilismo di questo paese, ma che non ha garantito i giusti cuscinetti sociali. Il governo Prodi è riuscito, nonostante la sua difficile situazione di instabilità (creata da una legge ignobile del centrodestra), a introdurre alcune di queste misure, oltre ad aver raggiunto altri meriti riconosciuti anche da esperti internazionali come il Financial Times. Non sto qui a elencarli, ma li ho riassunti efficacemente qui: http://www.imille.org/2008/03/faq_forse_troverai_delle_rispo.html

Be', no, qui devi scusarmi. Il Sito che mi hai segnalato è davvero ben fatto, ma è un manifesto elettorale. Potrei segnalarti, allora, un sito di Forza Italia altrettanto ben fatto, ma mi pare che sarebbe un confronto alquanto sterile e che nulla avrebbe a che fare con i "dati", cioè con la base della conoscenza e del giudizio sensato.

Devo inoltre rilevare la disinvoltura con cui utilizzi aggettivi come "scellerato" e "ignobile" che possono certamente descrivere uno stato d' animo, ma non incoraggiare un sereno confronto di opinioni, non ti pare? Se mi mettessi anche io ad usare una aggettivazione del genere riferita a Prodi e Veltroni, riuscirei ad essere anche più colorito, come puoi facilmente immaginare. (Rido).

Non sto neanche a rispondere agli attacchi ideologici dei comunisti, dato che credo che entrambi siamo d'accordo sul loro vivere al di fuori dalla nostra realtà. Io, ripeto, ti cito dati, non parole, e son fatti e dati che Berlusconi in 5 anni di governo robustissimo e maggioranza schiacciante non è riuscito a dare una svolta al paese, che ripete oggi le stesse promesse di allora, e che quelle promesse stesse non mi convincono.

Scusami se mi ripeto, ma tu non mi citi alcun dato, ma solo parole. Ripetere due volte che ti basi su dei dati oggettivi, non equivale a materializzarli e a farne oggetto di discussione. Quanto al fatto che Berlusconi non sia riuscito ad imprimere una svolta al paese, concordo perfettamente e potrei anche spiegartene le ragioni. In ogni caso, i problemi di questo paese sono tanti e di tale gravità che nessuno, nemmeno una Tatcher, e tantomeno un Veltroni, riuscirebbe a risolverli in una sola legislatura. Se la Tatcher ci ha messo 10 anni a risanare un paese serio come la Gran Bretagna, figurati quanti anni serviranno a risanare un paese "poco serio" (eufemismo) come il nostro.Rimproverare Berlusconi per non esserci riuscito in cinque, mi pare che sia un mitizzare il personaggio, più che denigrarlo, attribuirgli capacità sovraumane, cioè spravvalutarlo in modo del tutto irragionevole.

Ridurre la pressione fiscale, tanto per fare un esempio, non significa nulla economicamente parlando, se non dici a quali fasce di popolazione ridurrai le tasse,e infatti pensi di ridurre solo per chi già ha, come hai fatto precedentemente. Detassare gli straordinari non ha valore per chi è precario, perché gli straordinari non gli vengon proprio riconosciuti, senza contare che una misura in tal senso disincentiva le nuove assunzioni (quando invece proprio col governo Prodi si è raggiunto il record di occupazione, mentre Berlusconi dichiarava milioni di posti di lavoro creati quando in realtà non ha fatto altro che considerare nelle statistiche i lavoratori in nero regolarizzati)!

Qui ti ho già detto che non abbiamo i dati: se accoglierai il mio invito a fornirmali, ne discuteremo. Per quanto riguarda la riduzione della pressione fiscale, per un liberista è comunque un valore, chiunque si favorisca. Se favorisci i più poveri, aumenti il loro potere di acquisto e questo fa bene all' economia. Se favorisci i ricchi va ancora meglio, perchè crescita e sviluppo richiedono l' investimento di capitali: meno ne togli ai ricchi, più questi ne avranno da investire. L' ideale berlusconiano, lo sai, sarebbe: detassazione completa ai poveri, 23% alla classe media e 33% ai ricchi. Ma questo rimarrà un sogno in un paese con la montagna di sprechi che conosci e l' everest del debito pubblico che sai (e che hanno creato 30 anni di governi di centrosinistra e la tabella, stavolta, ce l' ho e puoi trovarla qui sul blog).

Potrei continuare all'infinito, ma devo tornare al mio, di lavoro, ora, e credo nessuno conosca la situazione dei precari meglio di un precario stesso (e la mia è già fortunata). Ti ripeto, però, di nuovo, che non credo proprio di votare per atto di Fede, ma proprio sui dati e sulla credibilità. Tutti i politici italiani hanno avuto la loro occasione e l'hanno sprecata, Berlusconi su tutti per la maggioranza che ha avuto. Veltroni resta davvero l'ultima speranza, il suo programma è economicamente e socialmente sostenibile, e lui stesso ha dimostrato di saper fare, a Roma..perché non credere a lui e credere a chi ci ha governato in modo fallimentare per anni proprio non lo capisco

In questo paragrafo continui a parlarmi dei dati su cui ti basi, però senza fornirmeli. Quindi, in attesa che tu, cortesemente, lo faccia, ti mando cordiali saluti e un ringraziamento per il civile incontro.

PS. Dimenticavo: non citarmi il Financial Times, perchè, quanto ad obiettività su Berlusconi, vale quanto la Repubblica, cioè pochino.

Colgo l' occasione per fornirti uno spunto di riflessione. Noi italiani, un po' per provincialismo, un po' per superficialità, abbiamo l' abitudine di citare le testate giornalistiche estere come se i loro articoli fossero elaborati in un pensatoio in cui si spremono le meningi i sommi economisti di quel paese. I loro articoli sono scritti, invece, dal loro corrispondente estero che è un giornalista, generalmente un pinco pallino qualsiasi che, arrivato a Roma senza conoscere nessuno e con problemi di conoscenza della lingua, viene adottato dai suoi colleghi italiani (quasi tutti di sinistra), portato a cena, coccolato e, perchè no, informato su quello che succede in Italia. Hai capito dove voglio andare a parare? Quello che scrive questo insigne corrispondente è esattamente quello che legge sui giornali dei suoi amici romani. Cosa ci sia di "autorevole" in questo, lo sa solo il Signore.

Davide Andriolo ha detto...

Concordo con te che il programma del PD rappresenti un'intenzione, ovvio, nessuno può sapere cosa succederà se si arriverà al governo, ma una previsione di spesa entro i 30m mi sembra sostenibile. Peggio dell'intenzione c'è il sapere già cosa è successo con Berlusconi, e che continua a promettere cose per una spesa che va oltre i 90m, assolutamente impossibile per i conti dello stato (conti del sole24ore).
Quel "manifesto" linkato prima non è l'equivalente del sito di forza italia, perché l'ho scritto io per parlare alla gente comune, e parlando a tutti non si dilunga in dati, è vero, ma mi sembrava interessante la parte sul governo Prodi, introdotta dall'articolo del Financial Times (e non dire che sia un giornale con poca autorevolezza, perché dal punto di vista economico è probabilmente il migliore al mondo) e corredata da altre grandi e piccole misure economiche adottate dal governo scorso.
In 5 anni di governo Berlusconiano io non mi aspettavo certo la rinascita dell'Italia, ma è innegabile che nonostante una maggioranza traballante il governo Prodi sia riuscito a fare più interventi e riforme di quanti se ne siano fatti con la maggioranza schiacciante del centrodestra.
Basta pensare alle liberalizzazioni (una misura che non mi sembra neanche di sinistra, e che un liberale dovrebbe apprezzare) o alla lotta contro l'evasione fiscale, contro protezione di interessi corporativi e condoni vari del quinquennio berlusconiano.
Ma vuoi dati numerici, e allora eccoteli. Intanto quelli del FT, verificabili anche dalle statistiche ufficiali: "L'evasione fiscale è stata drasticamente ridotta, e un deficit di bilancio pari al 4,4% del pil lasciatogli dal precedente governo Berlusconi è stato tagliato a circa il 2%. Il trend ascendente del debito pubblico (aggiungo io, trend che ha invertito quello discendente dei precedenti 10 anni) è stato invertito. Benché la crescita sia stata fiacca, la disoccupazione è al livello più basso degli ultimi 15 anni, sotto l'8%" (in realtà il dato non è aggiornato, perché la disoccupazione è scesa al 6,7%, dato proprio di oggi). Altro dato: l'avanzo primario del 1996, inizio del primo governo ulivista, era del 4,2%. Il centrosinistra l'ha fatto crescere con una forbice fra il 4,5% e il 6,6%, fino a consegnare l'Italia al centrodestra con un 5,5%. Il quinquennio berlusconiano ha visto una caduta progressiva e costante, fino allo 0,3% consegnato alle scorse elezioni al centrosinistra. Centrosinistra che, in soli due anni ha fatto risalire il tutto al 3,1%, nonostante una situazione internazionale non felice e una interna politicamente instabile (ci tengo a ripeterlo quell'aggettivo ignobile per la legge elettorale, se anche chi l'ha scritta l'ha definita una porcata è evidente che è stata scritta solo per rendere ingovernabile il paese, e questo non va taciuto, non si tratta di uno stato d'animo ma di una cosa inaccettabile in un paese civile, come inaccettabile è stato il rifiuto a modificarla insieme, quando probabilmente adesso produrrà gli stessi effetti sul senato, effetti di instabilità che il paese, vinca la destra o la sinistra, non può più in ogni caso permettersi).
Sulla questione riduzione della pressione fiscale, il 16,5% più ricco degli italiani ha goduto del 65% dei tagli del quinquennio berlusconiano. E non parlo di elemosina, si è persa quella possibilità, come tu stesso giustamente noti, di aumentare il potere d'acquisto e, di conseguenza, la domanda interna.
Non è altrettanto immediato economicamente parlando il passaggio "tagli agli imprenditori=sviluppo" perché purtroppo non tiene conto delle resistenze sociali all'investimento e al rischi, resistenze che nel nostro paese sono purtroppo molto forti. Per questo la ricetta veltroniana, che non è quella della detassazione generalizzata ma degli incentivi per gli investimenti sullo sviluppo, mi sembra più sensata. Guadagna chi dimostra di avere idee vincenti e di porsi il rischio di portarle avanti, non come buona parte dell'imprenditorialità italiana, che chiusa nel suo corporativismo è quanto di più illiberale possa esistere. Difendere gli interessi di queste corporazioni porta voti che il pdl ha saputo conquistare, ma non giova certo al mercato (e ritorno qui sulla questione liberalizzazioni, una riforma a costo zero per lo stato ma che crea un circolo economico virtuoso).
L'ideale berlusconiano dei 3 scaglioni di reddito oltre che insostenibile economicamente non è per me condivisibile comunque, in quanto a mio avviso aumentare gli scaglioni permetterebbe una migliore redistribuzione. Ad ogni modo non puoi certo accusare la sinistra di aver creato il debito pubblico in 30 anni di governo, a meno di non voler definire "sinistra" la DC, cui molti esponenti sono tra l'altro ancora oggi vostri alleati politici. Il trend discendente del debito pubblico è invece iniziato proprio dopo tangentopoli, proprio quando la sinistra di cui oggi è erede il PD ha iniziato a affacciarsi nei palazzi del potere.
Infine, il buon lavoro di Veltroni a Roma (che gli ha fatto conquistare una copertina del Time come uno fra i migliori 5 sindaci del mondo) mi fa credere sinceramente nelle sue capacità soprattutto, ripeto, a confronto con un presidente già provato che aveva promesso di non ripresentarsi se non avesse rispettato il suo contratto con gli elettori, e che alla fine del suo quinquennio di quei punti non ne aveva realizzato neanche la metà (analisi in questo senso si trovano facilmente in rete, anche da destra, scaricando la colpa sull'UDC, ma il punto resta il non mantenimento di una promessa).
Spero di aver fornito abastanza dati, adesso, prima avevo evitato di inserirli per evitare di appesantire la discussione, ma se il confronto si può fare seriamente, come apprezzo, non ci dobbiamo preoccupare di annoiare gli altri utenti. Saluti cordiali anche da parte mia e grazie per il confronto.

*paraffo* ha detto...

Prima di entrare nel merito, voglio riferirti le impressioni generali che il tuo scritto ha generato in me.

1. "Ma che bravo ragazzo ho incontrato stavolta: intelligente, civile, appassionato e disposto al dialogo".
2. "Il mondo virtuale di internet è molto reale: in internet trovi una persona intelligente ogni cento imbecilli (oggi sono ottimista), esattamente come nella vita reale, con una differenza (a favore di internet) e cioè che, se sai ascoltare con attenzione, individui molto più in fretta a quale delle due specie appartenga il tuo interlocutore: l' anonimato e la comunicazione scritta lo mettono a nudo rapidamente. Insomma, checchè possa sembrare, in internet è molto più facile "smascherare" le persone, vederle per quel che sono davvero e Macondo è una persona per bene.
3. Il mio giovane amico sa tutto del governo Prodi ma non sa niente del governo Berlusconi e, soprattutto, sa poco della storia patria, almeno dal 1945 ad oggi.

Credo opportuno iniziare la mia risposta al tuo intervento argomentando il terzo punto. Tu, Macondo, malgrado le mie ripetute sollecitazioni, non mi hai fornito alcun dato che documentasse concretamente il tuo giudizio negativo sull' amministrazione Berlusconi. Hai usato solo i dati che ruotano attorno al Pil per sostenere quanto li avesse migliorati Prodi. Prodi li ha effettivamente migliorati, ma ti sei dimenticato di considerare che il merito del miglioramento è dovuto a due fattori:

1° qualsiasi risultato (positivo o negativo) conseguito nel primo anno da un governo appena insediato è merito (o demerito) dell' azione del governo precedente.
2° il fattore C (c come culo) ha voluto che l' insediamento del Governo Prodi coincidesse con una ripresa economica generale dell' Europa e che, pertanto, il cosiddetto risanamento attribuito a Prodi è stato determinato dall' aumento delle entrate che quella ripresa economica (oltre alle riforme fiscali di Tremonti) ha generato.

Il fattore C ha fatto da pandant al fattore S (s come sfiga) che ha condizionato, invece, tutto il quinquennio berlusconiano con una crescita economica bassa in tutta Europa e, quindi, bassissima in Italia. (Poi ti spiego perchè quando la Germania, ad esempio, cresce del 5% l' Italia - qualsiasi sia il governo in carica - cresce del 2%).

Le promesse elettorali di Berlusconi del 2001 si basavano sulle stime di crescita di allora. Se quelle stime si fossero concretizzate, le sue promesse sarebbero state mantenute, ma così, purtroppo, non è stato. In quei 5 anni, l' economia non è praticamente cresciuta e questo, SOLO QUESTO, spiega i numeri negativi che tu hai citato e spiega, per la stessa ragione, il miglioramento dei suddetti numeri, quando la crescita c'è stata, non ti pare?!!!

In ogni caso, il fatto che - in quella congiuntura economica - Berlusconi abbia realizzato la metà del suo programma (come hai indicato tu stesso) - ammesso che questa valutazione sia veritiera e non riduttiva (lui sostiene che lo ha realizzato all' 85%, ma alcuni economisti di sinistra parlano del 65%), costituisce, a mio giudizio, un ENORME merito e non un demerito, come sostieni tu.

Io ho la certezza (che però purtoppo è indimostrabile perchè la storia non si fa con i "se", ma che è dimostrabile con l' uso della logica e poi cercherò di farlo), che se il quinquennio 2001-2006 avesse visto Prodi al Governo, noi ci saremmo impoveriti in modo molto più massiccio e drammatico.

Quanto alla mia affermazione che tu non conosca la storia patria, la ricavo da questa tua frase (oltre che, naturalmente, dalla tua fiducia acritica in Veltroni):
"Ad ogni modo non puoi certo accusare la sinistra di aver creato il debito pubblico in 30 anni di governo, a meno di non voler definire "sinistra" la DC, cui molti esponenti sono tra l'altro ancora oggi vostri alleati politici"

Io non ho accusato la "sinistra" ma il "centrosinistra" cioè DC+Sinistra, cioè esattamente lo stesso connubio (a proporzioni oggi numericamente invertite) che ha governato ininterrottamente per tutti i 35 anni che hanno determinato la crescita mostruosa del debito pubblico.

Ed ora, ti prego, sforzati di mettere in atto tutta la tua capacità di ascolto: la DC, imbarcando prima i socialisti di De Martino, poi quelli di Craxi, poi, dopo tangentopoli, i comunisti diventati DS, infine (nel 2006) persino i comunisti rifondaroli, ha determinato quello sfacelo non solo econimico, ma di sistema, di cui oggi tutti ci lamentiamo.

Non solo, ma devi anche sapere che quando il PCI era all' opposizione, cioè fino a tangentopoli, ha votato puntualmente TUTTE le leggi di spesa e tutte le leggi che hanno determinato le degenerazioni del sistema che lo sciagurato connubio DC-PSI ha promosso. Ergo: democristiani e socialisti e comunisti, tutti insieme, hanno saccheggiato impunemente l' Italia dal primo governo di centrosinistra fino all' ultimo, quello appena defunto, e hanno contribuito al disastro, persino quando ha governato Berlusconi, nel senso che hanno fatto una opposizione selvaggia e distruttiva facendo credere all' Italia e all' estero, (quindi anche ai vari Financial Times) che stavamo vivendo il periodo più buio della storia repubblicana, che eravamo governati da un mafioso corrotto e corruttore che ci stava affamando e che stava preparando un nuovo ventennio fascista.

Ma voglio fornirti un' altra nozione storica tanto ovvia quanto FONDAMENTALE (ignorata o dimenticata da chi parla di politica nei blog o in TV): la politica è gestione del potere! Ed il potere VERO, da che mondo è mondo, è quello economico. Traduzione: una volta chi aveva i soldi governava direttamente. L' imperatore, il Re, il Principe, il Duca non erano dei tizi che passavano di lì per caso, più o meno unti dal Signore Iddio, erano - semplicemente - quelli più ricchi. Con la rivoluzione borghese (quella francese) la ricchezza è passata dai nobili ai borghesi ma non a tutti i borghesi, solo a quelli più ricchi che hanno imparato presto a servirsi, in politica, di teste di legno. Il primo di queste teste di legno è stato Napoleone Bonaparte che governava, certo, ma per conto della oligarchia borghese che lo sosteneva. Da allora è sempre stato così: i veri potenti stanno nell' ombra e i loro rappresentanti siedono in Parlamento e nei Governi e lì stanno per curare gli interessi dei loro Padroni.

Mussolini è stato la testa di legno del capitalismo Italiano che allora era composto dai latifondisti e dai quattro industriali di allora tipo Agnelli e Pirelli, tanto per fare qualche nome. Dopo la guerra (durante la quale i suddetti signori si sono arricchiti a dismisura) Mussolini è finito a piazzale Loreto, e Lor Signori, i Padroni Veri, hanno scelto le nuove teste di legno che governassero per conto loro e hanno scelto (per forza di cose, vista la divisione in due del mondo) i Democristiani. Per 25 anni è andata bene così, poi i democristiani si sono logorati (anche perchè il paese era cresciuto voricosamente, gli analfabeti erano andato scomparendo, gli operai avevano preso coscienza del loro potere contrattuale ecc ecc) e allora i Padroni del Vapore hanno dovuto imbarcare i Socialisti per "coprirsi a sinistra". E per altri vent' anni è andata bene così. Poi democristiani e socialisti si sono logorati anch' essi e i Padroni del Vapore hanno deciso di sbarazzarsi di Craxi e de Mita, che non riuscivano più a curare bene i loro interessi, ed hanno dato il via libera a Tangentopoli, il cui risultato è stato affiancare i democristiani di sinistra agli ex comunisti (che, entrambi, non a caso erano rimasti fuori dalle "cure" di Di Pietro e che per questo lo hanno premiato aprendogli la carriera politica). A quel punto, il nuovo assetto sarebbe stato sancito dalle elezioni del 1994.

Tu avevi 11 anni soltanto, Macondo ma forse te lo ricordi. Ochetto aveva messo a punto la sua "gioiosa macchina da guerra" e avrebbe stravinto le elezioni diventando lui la nuova testa di legno dei Poteri Forti di sempre (Agnelli e gli altri Capitalisti Parassitari che dominavano Confindustria allora come oggi e come sempre) se ...... se per la prima volta nella storia d' Italia, non fosse intervenuto un altro Potere Forte, quello messo in piedi in poche settimane da Berlusconi e dai suoi clienti pubblicitari, cioè i nuovi imprenditori italiani, quelli che lavorano e producono senza l' assistenza dello Stato, anzi osteggiati in tutti i modi possibili ed immaginabili dai governi di centrosinista, cioè dai rappresentanti dei vetero capitalisti di sempre che hanno bisogno di uno stato scalcagnato per continuare a saccheggiarlo impunemente!

Berlusconi ruppe le uova nel paniere, sventò il piano e, orrore, si permise persino di vincere le elezioni! Incredibile, inaudito, insopportabile! E per Berlusconi iniziò il calvario: tutto il vecchio establishment unito e compatto contro di lui, contro l' intruso, contro il blasfemo, contro colui che voleva far cessare il dominio assoluto di Agnelli e degli altri Parassiti come lui che, prima di lui, hanno succhiato le ricchezze del nostro paese dalla unità d' Italia in poi e determinato la sua arretratezza istituzionale e infrastrutturale, indisturbati, impuniti, arroganti ma .... nascosti! Berlusconi, invece, non ha usato teste di legno e si è preso addosso tutti gli strali del mondo, compresi quelli del Finacial Times, amico Macondo, quel giornale che considerava Agnelli un principe e Berlusconi un parvenu impresentabile ....

Dopo appena pochi mesi dall' insediamento a palazzo Chigi, avvenuto il 10 Maggio del 1994 , Dini lo sostituiva al governo il giorno 17 maggio 95. Cosa era successo? Quisquilie: un avviso di garanzia da parte della Procura di Milano con la Lega che si cagò sotto e ritirò la sua fiducia.

Durante la campagna elettorale delle elezioni successive, quale fu l' argomento principe del centrosinistra? Berlusconi ha dimostrato di non saper governare (aveva governato appena 6 mesi perchè la crisi di governo fu lunghissima)! Ti ricorda niente questa affermazione?

Come vedi, Macondo, questa volta non ho risposto punto per punto al tuo intervento. L' ho fatto di proposito perchè è inutile accapigliarci sui particolari se prima non siamo certi di parlare dello stesso argomento.

L' argomento da chiarire prima è chi sia Berlusconi e cosa e chi rappresenti e chi sia Veltroni e cosa e chi rappresenti. Solo se sappiamo, entrambi, di cosa stiamo parlando, possiamo capirci fra noi e poi, eventualmente, discutere se sia meglio parteggiare per l' uno o per l' altro dei due Poteri Veri che si fronteggiano: quello dei vertici di Confindustria e della Banche e della Finanza (rappresentati oggi, dal centrosinistra di sempre finalmente riunito in un unico partito, il PD di Veltroni e Marini) o quello dei peones di confindustria, cioè degli imprenditori che rischiano i loro soldi, che lavorano sodo e che producono ricchezza "vera".

Capisci meglio, ora, perchè diffido di Veltroni, perchè considero il suo nuovismo l' ennesimo escamotage perche i Poteri Forti di sempre possano continuare a governare e a finire di affossare questo povero paese?

Grazie per la pazienza e il tempo che mi dedichi.

Ciao!

*paraffo* ha detto...

Per favore, Macondo, vai a vedere la foto che ho pubblicato qui

Davide Andriolo ha detto...

Ti ringrazio per i complimenti immeritati ma ti chiedo di non giocare coi numeri e con la storia patria, perché non ne sono ignorante.
Partiamo dai numeri, io i dati te li ho forniti, dati numerici (debito, avanzo primario, disoccupazione...) a cui avrei potuto aggiungere molti più argomenti politici ma non l'ho fatto, perché sulle idee politiche abbiamo idee differenti, entrambe valide probabilmente, dipendenti da diversi modi di vedere le cose e di interpretare la realtà, e probabilmente ognuno resterà con le sue.
Ho solo "dato i numeri" :-p e tu a questi numeri hai risposto con fattori C e fattori S, che se avessi provato a argomentare all'esame di economia politica dubito mi avrebbero portato la simpatia del professore...
Sono d'accordo, comunque, sul riconoscere meriti e demeriti dei governi precedenti, nell'analizzare i dati economici, e non è un caso infatti che la crisi italiana sia iniziata nel secondo anno berlusconiano.
Anche a fronte di una situazione economica internazionale non favorevole, comunque, l'Italia aveva e ha bisogno di rompere le catene che ne bloccano lo sviluppo, catene corporative che fan parte della nostra storia, che han portato al fascimo (che non è stata una parentesi ma forse la massima espressione di un certo tipo di sottocultura italiana) e che ancora oggi frenano il fiorire del mercato.
Rompere queste catene ha costo zero dal punto di vista economico, per uno stato. Liberalizzare i mercati è una misura necessaria e normale per qualunque destra europea, misura che poteva tranquillamente essere adottata nel quinquennio berlusconiano, ma non è stata fatta per non scontentare l'elettorato base del centrodestra italiano, fatto di corporazioni e provincialismo (si veda il caso alitalia ad esempio).
Tornando alla storia patria, la sinistra di cui parli ha governato per molto meno di 30 anni, e si trattava di un partito socialista che aveva perso la sua anima, tanto che adesso molti dei suoi esponenti di allora sono schierati nel centrodestra, e lo stesso Berlusconi era e continua a essere un devoto di Craxi (anche per i tanti favori che ha goduto da quel governo, in primis le concessioni televisive).
La mia fiducia in Veltroni, come vedi, non è acritica. Deriva forse da una totale mancanza di fiducia in Berlusconi, che per me si è solo trovato scoperto dalla protezione che Craxi (che fino ad allora era stato il suo Napoleone, per restare con la tua metafora) e ha deciso dunque di "scendere in campo" per portare avanti di persona i suoi interessi, prendendosi tutte le accuse dell'essersi autoproclamato Napoleone lui stesso. Il connubio politico-economico che ha portato alla ricchezza di Berlusconi passa molto dal suo amico Craxi (e questo è appurato da una montagna di carte e intercettazioni) che gli ha permesso di agire nella legalità modificando le leggi proprio a suo favore, soprattutto in ambito televisivo.
Questo è il mio punto di partenza, e forse hai ragione tu, "è inutile accapigliarci sui particolari se prima non siamo certi di parlare dello stesso argomento".
Io parlo dell'inesistenza di un centro-destra serio in Italia, perché governato dagli interessi dichiarati del più grande imprenditore italiano e da tanti interessi particolari dei suoi alleati ), interessi che gli impediscono di fare delle riforme anche in senso semplicemente liberale.
Veltroni rappresenta invece perfettamente quella parte di paese che lavora e produce ricchezza vera, secondo me. Soprattutto in termini di ricchezza potenziale, per il futuro. Non mi raccontare della finanza che vota PD, la sua base è fatta di giovani, di precari, di ricercatori, molti anche costretti a andar via dalla propria città o addirittura dall'Italia per poter portare avanti il loro lavoro.
Veltron, per me, è davvero l'ultima spiaggia per questa Italia, spiaggia che forse non troverò pulita come spero, ma non ci sono alternative, e allora tanto vale crederci e nuotare verso di essa.

Grazie a te della pazienza tua, forse il discorso partendo da basi così distanti difficilmente porterà a qualcosa, ma è bello potersi confrontare. Di certo non potrò farlo in questi giorni, essendo uno di quegli "emigrati" che approfitteranno dei 2gg di vacanza per tornare a casa.

Buona Pasqua

*paraffo* ha detto...

Stavolta, caro Macondo, inizierò dalla fine:

Grazie a te della pazienza tua, forse il discorso partendo da basi così distanti difficilmente porterà a qualcosa, ma è bello potersi confrontare. Di certo non potrò farlo in questi giorni, essendo uno di quegli "emigrati" che approfitteranno dei 2gg di vacanza per tornare a casa.

Buona Pasqua


Buona Pasqua anche a te. Spero il tuo viaggio di rientro a casa sia stato abbastanza confortevole.

Siamo entrambi abbastanza intelligenti da sapere perfettamente che, fra qualche settimana, tu voterai per Veltroni ed io per Berlusconi, malgrado il nostro simpatico confronto. Permettimi, tuttavia, di rilevare che le basi dalle quali partiamo, nella nostra discussione, sono molto meno distanti di quanto possa sembrare. Traggo questa idea proprio dal tuo ultimo intervento e da quello che penso io e che ancora non ho avuto modo di esporti (o, meglio, che ho già esposto abbondantemente in altri miei post che non posso pretendere che tu sia andato a leggere). Probabilmente, a conclusione di questo mio post, sarai d'accordo anche tu che la distanza fra le nostre sponde assomigli di più a quella dello stretto di Messina che non a quella dello stretto di Bering!

Dunque, procediamo!

Ho solo "dato i numeri" :-p e tu a questi numeri hai risposto con fattori C e fattori S, che se avessi provato a argomentare all'esame di economia politica dubito mi avrebbero portato la simpatia del professore...

Rido .... sono certo anch'io che non sarebbe stato saggio, da parte tua, parlare di questi fattori nel sostenere quell' esame!!
Non a caso uno dei motivi - e secondo me uno dei motivi più significativi - dell' arretratezza culturale (e, quindi, economica) del nostro paese sia proprio la "parrucconaggine" (lasciami passare il neologismo) del nostro sistema scolastico in generale e universitario, in particolare. Questo stato di degrado è uno dei tanti malanni che possiamo tranquillamente imputare al catto-fascismo, prima e al catto-marxismo, poi: baronie ed asservimenti ideologici nella classe docente e messa al bando del merito nella classe discente. Risultato: fuga dei pochi cervelli pensanti verso le università anglosassoni e coccolamento e venerazione dei ciucci qui da noi. (Apro una parentesi: ogni qualvolta mi sentirai fare affermazioni così forti, tieni conto - ti prego - che io so PERFETTAMENTE che esistono le eccezioni, ma so anche che, nelle discussioni, appellarsi alle eccezioni è sterile, perchè è soltanto un espediente dialettico per sostenere l' insostenibile).

Ti faccio però notare che, in economia, i numeri vanno interpretati. Non è mica un caso se, in tutto il mondo scientifico, gli economisti sono visti come dei simpatici mattacchioni che non azzeccano mai una previsione, neanche per sbaglio! Mi pare ovvio che, se le loro previsioni hanno lo stesso valore di quelle di chi fornisce ambi "sicuri" da giocare al lotto, ci sia un difetto di analisi. A mio avviso, il difetto consiste nel fatto che un professore, per sua stessa natura, si rifiuta di tenere conto dei fattori C ed S e boccia - inesorabilmente - lo studente che si azzardasse a farne cenno!

In breve, l' economia (come la medicina, ad esempio), non è una scienza esatta e gli economisti (e i medici) hanno un bell' affannarsi a sostenere il contrario per autogratificarsi e per ottenere il rispetto dei loro studenti e clienti. Non sono scienze esatte perchè sono materie che attengono ai comportamenti umani, cioè a quanto di meno facilmente misurabile esista in natura (anche perchè l' unico che ha provato a misurare questi comportamenti (a mio avviso, con successo) è stato Sigmund Freud del quale l' intellighenzia nostrana, ovviamente, si fa beffe) ....

Tutto questo bel discorso, Macondo, mi serve a metterti in guardia contro le sicurezze che tu sembri trarre dai tuoi famosi dati: lascia stare i dati! Se chiudi in una stanza due economisti o due politici o due internet-nauti qualsiasi (come noi due) con una tabella di dati assolutamente identica, e se li lasci discutere per tre giorni, alla fine ...... ne usciranno con le loro pregresse convinzioni assolutamente intatte!

E allora, a che serve discutere? Se sono due persone intelligenti a farlo, serve, eccome se serve! Serve ad accrescere la propria maturazione personale attraverso la constatazione che esistono punti di vista diversi e altrettanto legittimi dei propri, cioè ad insinuare dubbi, cioè ad accrescere la propria intelligenza. L' intelligenza, secondo il mio modesto parere, è tale solo se cresce sempre ma cresce solo se la mente che la ospita è attraversata da dubbi continui. Non è un caso se soltanto gli imbecilli non dubitano mai di sè stessi e delle loro convinzioni e se considerano la coerenza una virtù.

Ma torniamo al concreto della nostra discussione politica: Veltroni ha dimostrato, con la sua svolta, di essere una persona intelligente nel senso che ha portato un intero partito a mettere in dubbio, nel giro di poche settimane, tutto ciò in cui aveva creduto nei pregressi decenni della propria esistenza (vissuta con altri nomi e sigle), decidendosi finalmente a capire - grazie al disastro di Prodi - che aveva sempre sbagliato tutto!


Io non ho alcuna difficoltà a riconoscere a Veltroni questa intelligenza e perfino a credere nella sua buona fede personale. Quel che fatico a credere è che il suo partito lo segua in questa svolta, al di là delle poche settimane che ci separano dal voto. I maligni stanno già insinuando che i suoi compagni di partito gli abbiano posto un paletto: "Se, con la tua svolta, non superi il 35% dei voti, caro Walter, tu te ne vai davvero in Africa e ci lasci tornare alla nostra politica di sempre. Cioè a quale? A quella che facciamo da 15 anni e che ci ha fatto persino vincere per ben due volte le elezioni: l' antiberlusconismo totale ed assoluto. Magari rispolveriamo Prodi che è lì che aspetta, appollaiato sul trespolo della presidenza del partito".

Se, invece, Veltroni superasse quella soglia, allora è già pronto l' inciucio, evento che io temo come la morte, anzi, data la mia età, che io temo più della morte.

Credi sia stato casuale che Marini, D' Alema e gli altri, preso atto del fatto che l' esperimento dell' Unione stava fallendo miseramente, abbiano ri-chiamato in fretta e furia proprio Veltroni a tentare di salvare il salvabile? Essi sapevano, secondo me, che Veltroni la svolta l' aveva già fatta, nella sua testa, tanto che aveva fatto sapere che, finito il mandato di Sindaco di Roma, se ne sarebbe andato in Africa, disgustato dalla politica in generale e di quella del suo partito in particolare.

I maggiorenti del PD, Macondo, sanno benissimo che perderanno le elezioni, ma c'è modo e modo di perdere: c'è la disfatta (prendere più o meno tanti voti quanti ne avevano presi DS e Margherita) oppure una sconfitta onorevole (prendere abbastanza voti da far pensare ad un quasi pareggio) con conseguente praticabilità (se non necessità) dell' inciucio che, in pratica, non li farebbe uscire dai giochi e che è il modo con cui i soliti poteri forti potrebbero continuare a vampirizzare il paese.

Sono d'accordo, comunque, sul riconoscere meriti e demeriti dei governi precedenti, nell'analizzare i dati economici, e non è un caso infatti che la crisi italiana sia iniziata nel secondo anno berlusconiano.

Sorrido ... non fare il dialettico con me, Macondo! Nel secondo anno del Governo Berlusconi è sopravvenuta la crisi mondiale provocata dal crollo delle Torri Gemelle! E sono arrivati l' Afghanistan e poi l' Iraq e le conseguenti spese per la nostra partecipazione alle missioni di peace keeping!! Potevamo astenerci e risparmiare milioni di euro, almeno lì? Certo che potevamo, ma a che prezzo? Quello di continuare ad essere le ultime ruote del carro, nel mondo occidentale, di continuare ad essere considerati tutti mandolino e pizza e simpatia per la causa palestinese, con le conseguenti ripercussioni economiche negative (esclusione dagli appalti per la ricostruzione ed ulteriore caduta di immagine internazionale con le relative perdite economiche)? Tutti argomenti, questi, che - manco a dirlo - lasciano serenamente indifferenti, da sempre, gli esponenti del centrosinistra ma non i nostri imprenditori che si smazzano tutti i giorni nel tentativo di esportare le loro merci.

Apro una parentesi, per sottoporti una mia personale opinione (personale nel senso che non la ho mai sentita esporre da nessuno): uno dei motivi dell' antiberlusconismo che tutta l' Europa condivide con i Poteri Forti nostrani (ed i loro rappresentanti politici del centrosinistra) è che una Italia sbrindellata ed economicamente e infrastrutturalmente e culturalmente arretrata garantisce i nostri competitori economici europei dall' avere un concorrente economico forte e, quindi temibile, quale potremmo essere se solo fossimo ben governati. Insomma, il pericolo per la stabilità dell' euro che deriva ai nostri partners europei dall' avere una Italia coi conti in disordine è, a mio avviso, ampiamente compensato dal NON avere un concorrente economico agguerrito. Vorrei che tu ti soffermassi qualche minuto su questo argomento che a me non pare affatto peregrino .......

Anche a fronte di una situazione economica internazionale non favorevole, comunque, l'Italia aveva e ha bisogno di rompere le catene che ne bloccano lo sviluppo, catene corporative che fan parte della nostra storia, che han portato al fascimo (che non è stata una parentesi ma forse la massima espressione di un certo tipo di sottocultura italiana) e che ancora oggi frenano il fiorire del mercato.
Rompere queste catene ha costo zero dal punto di vista economico, per uno stato.


Condivido perfettamente la tua analisi, Macondo: queste catene esistono e strangolano la nostra economia. Peccato però che quelle che Bersani ha tentato di spezzare siano solo delle catenelle (e, guarda caso, imposte da categorie che votano prevalentemente per Berlusconi) mentre ha del tutto trascurato le .... "catenone" che davvero stritolano e soffocano la nostra economia: Banche, Finanziarie, Aziende pubbliche e private monopolistiche che forniscono i servizi essenziali ai cittadini, acqua, gas, carburanti, telefonia ecc ecc (e, guarda caso imposte dalle categorie che sostengono il centrosinistra). Queste catenone sono rimaste intatte, anzi rafforzate dal governo Prodi e, ahimè, dal governo Berlusconi stesso.

E qui arriviamo ad uno di quei discorsi che ti avevo anticipato ma non fatto: la composizione del Governo Berlusconi passato e del prossimo (sia pur privo della UDC) che si insedierà fra qualche settimana.:

An: partito composto, fin dai tempi del Msi di Almirante, da ex-fascisti con pulsione irrefrenabile a diventare democristiani, anche ufficialmente.
Lega: partito nuovo e locale ma composto da ex comunisti, ex democristiani, ex fascisti.
UDC: partito composto da ex democristiani veraci.
E, dulcis in fundo, Forza Italia: partito composto da un nucleo liberista di ex funzionari Fininvest (gli unici a condividere gli ideali del loro Capo) e da una folla di ex-democristiani, ex socialisti, ex-comunisti ed ex liberali da operetta come il deputato (da 1000 legislature) e avvocato genovese Biondi che si è incazzato come una jena quando Bersani ha tentato di liberalizzare la professione forense.
Questa armata brancaleone di ex è, per composizione ideologica e feroce antiliberalismo, identica all' altra, a quella di Prodi e di Veltroni.

Qual' è l' unica differenza? Che la prima è guidata da un sincero liberista e dal suo manipolo di ex funzionari Fininvest (sincero perchè imprenditore che si è fatto da sè senza aiuti "finanziari" da parte dello stato ma solo "normativi", aiuti questi ultimi indispensabili, per forza di cose, a chiunque operi in settori come l' edilizia e le telecomunicazioni che dipendono da autorizzazioni e licenze pubbliche) , mentre l' altra armata Brancaleone è guidata da un esponente di lungo corso dell' anti-liberalismo e del capitalismo di Stato.

La mia analisi della composizione della ex CdL, ora PDL+Lega, dovrebbe farti comprendere tante cose, Macondo, compreso il "fallimento" che tu imputi al 2° Governo Berlusconi, ma anche la fondatezza del mio apprezzamento del fatto che Berlusconi sia riuscito, ad attuare il 65% del suo programma MALGRADO i suoi alleati interni ed esterni a Forza Italia!

Di conseguenza, dovresti anche capire perchè io voterò ancora per lui. Lo farò "ad occhi aperti", cioè ben consapevole di TUTTI i limiti del PDL (che ti ho appena indicato) ma altrettanto ben consapevole che se questa coalizione è per il 90% un coacervo di antiliberisti, l' altra coalizione, la tua, lo è al 100%

Vuoi che ti conceda che Veltroni è davvero diventato un liberista? Ok, lo faccio per la simpatia che nutro per te, ma questa porta il suo schieramento al 99,9999999999999% anti-liberista e non c'è barba di Calearo o di Colaninno che possano ridurre questa percentuale! (Sia detto fra parentesi: ho ascoltato parlare entrambi questi rampolli di famiglie imprenditoriali ed ho avuto l' impressione che si tratti dei figlioli un po' mona che ogni famiglia nutre in sè, della serie che sono più utili in parlamento che nella direzione delle imprese di famiglia. Lo so, sembra una malignità gratuita la mia, ma ti assicuro che io conosco PERSONALMENTE molte famiglie di imprenditori e che ognuna di esse ha almeno un figlio che allontanerebbero volentieri dall' azienda se appena potessero farlo senza provocare le ire della mamma, di cui proprio questi rampolli un po' scemi sono sempre i beniamini)! Il giovane Colaninno, in particolare, intervistato dalla Latella in Tv, ha detto che lui non è in prestito alla politica, ma ha proprio deciso di cambiare mestiere! Vuole diventare un politico a tutti gli effetti, fare carriera nel partito! Il che dimostra, a mio avviso, che in Azienda non serviva a niente..... appunto! Quanto a Calearo, non ho ancora sentito le sue intenzioni, ma - nel suo caso - l' espressione del suo viso conferma di per sè la mia ipotesi! Oddio, non prendermi per un lombrosiano, perchè non lo sono affatto, ma insomma, diciamo che se Calearo è un genio, i suoi lineamenti non lo rivelano affatto .....

Per par condicio, ti posso dire che Bondi, Vito e Schifani , tanto per citare i primi nomi che mi vengono in mente, non sembrano molto più arguti del Calearo .... eppure sono ai vertici di Forza Italia!

Rompere queste catene ha costo zero dal punto di vista economico, per uno stato.

Vero, sacrosanto, ma avrebbe un costo politico e sociale immenso, caro Macondo! Significherebbe mandare all' aria 60 anni di assetti politici di sinistra, di centro e di destra e bada che non sto parlando degli assetti di vertice che potrebbero benissimo mutare se solo Veltroni e Berlusconi volessero. E non parlo neppure di tutte le cariche elettive (Presidenti di Regione, Province e Comuni e relativi apparati) che potrebbero pure starci, al cambiamento. No! Parlo di quell' esercito sterminato di gente nominata dai politici che occupa enti inutili, comunità montane, aziende municipalizzate e persino impiegati e operai nulla facenti che in quegli enti e in quelle aziende sono stati assunti. Sono milioni di persone che, oltre a costituire le clientele di TUTTI i partiti (e i loro grandi elettori), rimarrebbero in gran parte disoccupati, se le catene di cui tu parli venissero spezzate.

Detto questo, capisci perchè è ridicolo discettare del "fallimento" dei 5 anni berlusconiani? Ci vorrebbero 20 anni di liberismo per sanare l' Italia e forse non basterebbero, vista la natura dei soci politici di Berlusconi!!! E, se penso che occorrerebbero 20 anni alla compagine di Berlusconi per riuscire a risanare questo paese, spezzando le catene di cui stiamo parlando, puoi facilmente immaginare quanti secoli occorrerebbero - secondo me - alla compagine di Veltroni, cioè proprio a quella che è attrice ed erede diretta di quelli che queste catene hanno forgiato .....

Insomma, amico mio, recandoci alle urne, fra poche settimane, sia tu che io esprimeremo, più che un voto, una speranza che le famose catene possano essere spezzate. La differenza è che la mia speranza, in una scala da 1 a 100, ha 5 probabilità di avverarsi, mentre la tua non ne ha alcuna!

Ecco perchè ho iniziato questo intervento dicendo che le nostre posizioni sono molto meno distanti di quel che sembra. Credo, infatti, che noi potremmo arrivare persino a concordare sulla diagnosi ma è sulla cura e SOPRATTUTTO sulla scelta del Medico che dovrebbe applicarla che le nostre posizioni divergono irrimediabilmente .....

Il mio pessimismo è profondo e mi porta a considerare ingenuo il tuo ottimismo, ma questo è fisiologico, direi, viste le nostre rispettive età, mentre non è affatto fisiologico, ma solo culturale, il nostro diverso approccio alla lettura della realtà del nostro paese.

Tu appartieni alla schiera delle persone che vedono il mondo per quello che "dovrebbe" essere, cioè che privilegiano le ideologie, io a quella delle persone che vedono il mondo per quello che "è" e, quindi, considerano le ideologie delle perniciose astrazioni.

Tu credi nei programmi elettorali, io no. Tu credi nelle enunciazioni dei principi, io no. Tu credi che chi è stato comunista per 50 anni possa diventare un liberale, io no, neppure se questo comunista diventa un berlusconiano di ferro (come Bondi o Ferrara), e neppure se da comunista diventa social- democratico (come Veltroni e compagni). Uno che crede alle ideologie, ci crederà per sempre, anche se cambia ideologia, anche se la nuova ideologia è opposta alla vecchia. Voglio dire che la discriminante non è fra ideologie diverse, ma fra attitudine alle astrazioni e attitudine al realismo. Quando un Ferrara passa dal marxismo al cattolicesimo integralista, in realtà non si è mosso di un millimetro: è rimasto uno che crede nelle astrazioni e, come tale, è sempre pericoloso a sè e agli altri .....

Andando a cercare gli altri punti del tuo post da commentare mi sono accorto che, praticamente, ho già risposto a tutto e allora chiudo, qui, per oggi.

Ti mando gli ormai soliti ringraziamenti e un saluto cordiale. Ciao!

Davide Andriolo ha detto...

Caro Paraffo,
ti ringrazio al solito per la considerazione che hai di me e per le tue risposte e anche, in questa occasione, per gli auguri pasquali. I pochi giorni di vacanza sono stati ben spesi, ora però mi tocca tornare al lavoro, e ti rispondo prima di rimettermici (almeno il vantaggio di potersi gestire i tempi, nel lavorare a progetto, c'è).
Sappiam benissimo, comunque, per chi voteremo entrambi, eppure son qui a parlarti. Non per convincerti, ovvio, ma perché come dici tu è bello mettersi in discussione, e ti riconosco che sei uno dei pochi da quella parte che mi ha dato l'occasione di farlo, per questo forse mi son tanto "intestardito" a frequentare il tuo blog.
Le basi da cui partiamo, comunque, ti ammetto che hai ragione: son molto simili nella diagnosi sul paese, e differenti sulla cura. Forse il Paese avrebbe bisogno proprio di questo, di unire persone che han voglia di cambiare, e per questo io voglio credere in Veltroni, che col suo messaggio "per il Paese" ha rotto finalmente con la politica dell'odio reciproco, politica che Berlusconi continua ancora a cavalcare.
Ma andiamo a noi: intanto per informarti che il mio prof di economia (e non solo lui) non era certo culturalmente arretrato, e aveva collaborazioni con prestigiose università straniere. Era anche abbastanza sveglio e umile da far lui stesso la battuta kennediana degli economisti che se ne capissero davvero di economia non farebbero gli insegnanti. Tutta l'economia moderna sa di non essere una scienza esatta ma riesce comunque a studiare con una certa precisione gli andamenti del mercato, proprio perché ha imparato a dialogare con le altre scienze sociali che tu citi. Non si tratta di fattori C e S, ma di psicologia, sociologia, politica e tanto altro. Questa nuova economia è nata probabilmente con Nash e il suo studio "antiliberale", perfettamente esemplificato col dilemma del prigioniero, che vede come il comportamento egoistico spesso causi il risultato peggiore per tutti, alla faccia della famosa "mano invisibile". Si è andati oltre, però, ti dico solo ad esempio che nello studio della comunicazione fra PMI io stesso, per una tesina, ho utilizzato modelli presi a prestito dalla semiotica. Con questo ovviamente non voglio sostenere che l'economia oggi sia una scienza esatta (come non è la psicologia freudiana che tu citi, e per fortuna ci si è evoluti anche in quel campo, da quella base e grazie a essa) ma che se vogliamo studiare dei fenomeni economici non possiamo certo prescindere da essa.
E sul piano economico concordo con te sul fatto che le liberalizzazioni fatte in due anni di governo ancora non bastino, ma sono già qualcosa (e non è vero che non hanno toccato i poteri forti, perché banche e assicurazioni son state colpite da una serie di provvedimenti anche importanti per favorire la concorrenza, e anche sulle compagnie telefoniche si è provato a far qualcosa, ad esempio sui costi di ricarica o sui passaggi da un gestore all'altro, anche se ovviamente c'è molto ancora da fare). Fra chi in 5 anni di governo stabile non ha fatto una riforma degna di esser ricordata e chi in 2 e con una maggioranza risicata è riuscito quantomeno a smuovere le acque...beh, scusami, ma io le tue percentuali di credibilità le inverto. E non perché Veltroni abbia rinnegato il suo passato o sia diventato liberista (né lo vorrei), non ha mai detto di aver sempre sbagliato tutto, non ha mai detto che Prodi è stato un disastro. Come me riconosce i meriti di quel passato, anche quelli del precedente governo, ma ha capito che per combattere l'immobilismo di questo paese bisognava liberarsi dagli estremisti di sinistra e da quelli di centro, per correre finalmente liberi alla luce di un programma semplice, chiaro e fattibile, come han fatto tutti i più grandi partiti socialdemocratici del mondo occidentale.
Io non ti dico che credo tout-court e senza dubbi nel PD (mi sa che sto entrando anch'io nella fase realistico-pessimistica della vita, ma spero di averti quantomeno convinto che non è ideologia, la mia, ma ragionamento, forse non condivisibile, ma certo non cieco), ma che da questa parte vedo l'unica vera e ultima possibilità di cambiamento per questo paese, possibilità che si concretizzerebbe con un buon risultato veltroniano, zittendo finalmente le vecchie gerarchie di partito e di potere, da una parte e dall'altra.
E non dirmi che questo cambiamento sia possibile con Berlusconi, non solo alla luce della sua coalizione, ma perché è proprio la sua idea e il suo programma (che è ben differente da quella socialdemocratica di mercato e cuscinetti sociali) a non piacermi, perché anche lui fa parte di quei poteri economici di cui parli (banche e assicurazioni, per non parlare del resto del suo impero) e perché anche quel personaggio è figlio di un mondo economico che vogliamo sia passato, fatto appunto di terreni agricoli che all'improvviso grazie alle amicizie diventano edificabili (Milano2), finanziamenti misteriosi e frequenze occupate con la forza (e a danno di altri, come europa7) e poi riconosciute grazie agli appoggi politici in alto...
Io non nego che questo possa esser stato all'epoca l'unico modo di operare, ma non posso votare una persona che si è piegata a queste logiche, perché dubito che quando sarà a gestire il potere sarà in grado di invertirle, come infatti ha già dimostrato. Veltroni, ripeto, rappresenta l'ultima spiaggia, per me e per tanti altri, e è stato capace di attrarre nel partito tante forze nuove e impensabili prima, di far nascere, per usare il suo slogan alle primarie, una "nuova stagione", e ti assicuro dall'interno che a credere a ciò in cui credo io non son più solo come un tempo, le gerarchie son state decapitate, la svolta è possibile, e con un buon risultato elettorale, sempre per usare un altro slogan, "si può fare", e aggiungo io si deve fare, non solo per il PD, ma perché di una svolta politica ha bisogno il paese.
So che sarà difficile smuovere le varie catene ma la speranza, come si dice, è l'ultima a morire.
Buon voto, allora...e grazie del confronto! purtroppo fra lavoro e impegno per la campagna elettorale che cresce, avvicinandosi la data x, avrò sempre meno tempo per poterti rispondere, ma magari ci risentiamo a conti fatti, quando probabilmente (non son così stupido da non pensarlo) siederete al governo. Un saluto ancora, davvero sentito. Ciao

PS: sulle missioni militari, sai bene che la Francia ha detto no dall'inizio alla guerra in Iraq, per interessi economici e non per pacifismo di certo, ma ha detto no, e a ruota è stata seguita dalla Spagna. E non mi sembra che questi due paesi siano considerati l'ultima ruota del carro a livello internazionale, anzi! Se c'è stato un nostro esser servili nei confronti degli USA e ridicoli in Europa, fra corna, avances scherzose, battute sui gay e sui kapò... quello è stato il periodo di politica estera berlusconiana. In due anni di governo Prodi abbiamo comando della missione in Libano e moratoria sulla pena di morte all'attivo...mica poco! Sulla tua tesi sull'europa, scusa se non la prendo in considerazione, ma ci sarà un motivo per cui è un'idea che non s'è mai sentita in giro... non sto a snocciolarti conti economici, dato che poi quando i fornisco i dati mi dici che non contano, e ti rispondo solo dal punto di vista storico-politico, ricordanti che l'Italia è fra i paesi fondatori dell'Unione Europea, che forse solo grazie al suo impegno diplomatico è potuta nascere davvero.

*paraffo* ha detto...

So che sarà difficile smuovere le varie catene ma la speranza, come si dice, è l'ultima a morire.
Buon voto, allora...e grazie del confronto! purtroppo fra lavoro e impegno per la campagna elettorale che cresce, avvicinandosi la data x, avrò sempre meno tempo per poterti rispondere, ma magari ci risentiamo a conti fatti, quando probabilmente (non son così stupido da non pensarlo) siederete al governo


Azz! "Obbligandoti" a rispondere ai miei logorreici interventi, caro Macondo, io volevo distrarti dal tuo lavoro, non quello che di dà da vivere, ovviamente, ma da quello elettorale a favore del PD, e tu mi hai smascherato! Vabbe', rimandiamo il prosieguo del nostro dibattito a dopo le elezioni, come suggerisci. Lasciami solo ribattere sulla questione dell' atteggiamento di Francia e Germania nella faccenda della guerra in Iraq, facendoti presente che quei due paesi erano i principali partners commerciali di Saddam. Hai presente il famoso "cherchez la femme" quando si vogliono scoprire le "vere" ragioni di certi comportamenti maschili, altrimenti inspiegabili? Ecco, ti suggerisco di parafrasare la stessa espressione quando vuoi spiegarti i comportamenti degli stati: "
"cherchez l' argent"!

Concludo congratulandomi per l' intervento che sto riscontrando: stavolta che hai lasciato da parte "i dati", hai scritto il tuo commento più interessante, almeno a mio giudizio.

A presto e auguri per il tuo lavoro retribuito. Per l' altro, invece, ti auguro disgrazie e sciagure!!!! Rido ...

Davide Andriolo ha detto...

Sapevo che lo facevi solo per farmi perdere tempo :-p
Scherzi a parte, grazie ancora per il confronto, e leggimi meglio, sulla Francia ho detto io per primo che si trattava di interessi!
Buon lavoro anche a te, soprattutto dentro il partito, se riesci a far diventare veramente liberale il pdl...chapeau!

*paraffo* ha detto...

E chi credi che io sia, Mandrake?!!!

A presto, amico!