mercoledì 26 marzo 2008

La questione del voto "utile"

Per coloro che, come me, avessero ancora le idee confuse sul funzionamento di questa legge elettorale per quanto riguarda l' attribuzione dei seggi al senato, pubblico questo ottimo articolo di Mannheimer che aiuta a chiarirle definitivamente.
Come ben sa chi ha avuto la pazienza di leggere i miei interventi su questo blog, io sono ossessionato dall' idea dell' inciucio prossimo venturo. Questa sciagurata evenienza ha tante più possibilità di verificarsi quanto più sarà risicata la vittoria del PdL al Senato. Perchè questo infausto evento non abbia a verificarsi, occorre che, nelle singole regioni, il partito di Casini non raggiunga la soglia di sbarramento dell' 8%, cioè che non riesca a sottrarre seggi senatoriali al PdL.
Lo stesso discorso vale per il PD: se la coalizione di Bertinotti supera l' 8% porta via senatori al PD e, con questo, pregiudica qualsiasi possibilità di una vittoria di Veltroni (ammesso e non concesso che questa possibilità esista).

Insomma, per quei berluscones che, come me, non vogliono inciuci, l' ideale sarebbe una disfatta elettorale di Casini (in entrambe le camere) e il superamento dell' 8% da parte di Bertinotti, nelle regioni rosse.

Questo auspicio ha qualche possibilità di non rimanere un sogno?

Francamente, ne dubito. Casini è sempre in TV, un po' perchè è telegenico, ma molto perchè, in questo momento, è l' unico che può danneggiare seriamente la campagna elettorale del PdL e impedirne una vittoria di dimensioni trionfali e, quindi, i conduttori televisivi, tutti rigorosamente di sinistra, non si stancano di invitarlo in continuazione (alla faccia dello strapotere mediatico attribuito a Berlusconi)!

Staremo a vedere. Intanto è bene che tutti coloro che vogliono una vittoria schiacciante del PdL non perdano il loro tempo a dileggiare Veltroni (che tanto non vince) ma lo impieghino a sostenere - presso parenti e amici - l' idea del voto "utile", cioè quello negato a Casini.


Corriere della Sera
25 marzo 2008
«Voto utile», convinti 6 elettori su 10

Renato Mannheimer

Ancora negli ultimi giorni, i leader dei due maggiori schieramenti, Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, hanno entrambi sottolineato la necessità, a loro avviso, di dare un «voto utile». Come si sa, essi argomentano che sarebbe uno «spreco» attribuire il proprio consenso elettorale a quelle forze che, non riuscendo a superare la soglia minima di ammissione, non avrebbero comunque possibilità di accedere alla distribuzione dei seggi nel futuro Parlamento.

SOGLIE DI SBARRAMENTO - Il ragionamento viene applicato sia alle elezioni per la Camera dei Deputati, sia per quelle del Senato, ma acquista maggior valenza in questo secondo caso. Per la Camera dei Deputati, infatti, la soglia è pari al 4% dei voti ottenuti a livello nazionale. Diversi partiti rischiano di non raggiungere questo limite e di essere di conseguenza esclusi dalla rappresentanza. Per il Senato la situazione è più complessa. Non solo la soglia di sbarramento, infatti, è doppia e pari all’8% ma, quel che è più importante, si applica a livello della singola regione. Ciò significa che se una forza politica ottiene più dell’8% in una data regione, concorre alla ripartizione dei seggi senatoriali attribuiti in quel contesto, ma non necessariamente in altri. Per le due forze maggiori il problema non si pone, poiché entrambe superano di gran lunga l’8%. D’altra parte, la maggior parte dei piccoli partiti è lontana da questa quota di consensi. Ma due forze politiche sembrano ottenere, almeno sulla base dei sondaggi effettuati sino a questo momento, proprio questa percentuale di voti, superandola in certe regioni, ma rimanendo al di sotto in altre. Si tratta dell’Unione di Centro e della Sinistra l’Arcobaleno.

IL VOTO ULTILE E IL PREMIO DI MAGGIORANZA - È importante sottolineare un dato che può apparire tecnico: nelle regioni ove supereranno l’8% queste forze toglieranno senatori al perdente tra i due partiti maggiori, PD o PDL, ciò che non accadrebbe se non raggiungessero la soglia in questione. Infatti, il vincente tra PD e PDL avrà senz’altro i seggi senatoriali derivanti dall’applicazione del premio di maggioranza, anch’esso computato a livello regionale. I seggi restanti saranno divisi tra il soccombente tra i due maggiori partiti e, eventualmente, le altre forze che supereranno l’8% e che quindi entreranno nella spartizione della "torta" residua. Per questo, i due partiti maggiori hanno tutto l’interesse a concentrare i voti su sé stessi, evitando, specie al Senato, che altri raggiungano la soglia di ammissione.

PIU' SCETTICI NEL PD - Ma in che misura l’elettorato è persuaso dell’idea del voto utile? Un recente sondaggio ha mostrato che la gran parte – il 60% degli elettori – condivide questo argomento e intende applicarlo. Ma questa quota è inferiore a quella del complesso dei votanti per i due maggiori partiti. Infatti, molti, anche all’interno di PD e PDL non sono convinti fino in fondo dell’opportunità del «voto utile». Lo scetticismo appare più intenso tra l’elettorato della coalizione di Veltroni, ove quasi un votante su tre non condivide l’idea del voto utile. Dalle scelte dei perplessi sul «voto utile» dipende, di fatto, l’esito politico delle elezioni. Che si giocherà soprattutto sull’esistenza o meno di una maggioranza agibile in Senato, tale da permettere di governare. Come si è detto, essa verrà in larga parte determinata dal risultato delle singole regioni, dal raggiungimento dell’8% per i due partiti "concorrenti" a quelli maggiori e, dunque, dall’applicazione o meno dell’appello al «voto utile».




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il cannocchiale

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Quel che racconti assume toni ancor più grotteschi dovuti al fatto che nelle regioni del Nord dove il PDL è forte la Lega corre da sola per cercare di prendersi i senatori come primo o secondo sconfitto, togliendone ulteriormente a Veltoni, Casini, Bertinotti... Io infatti, da elettore di sinistra lombardo sto meditando quale sia realmente il voto utile al Senato: quello del partito che ha piu possibilità di battere la Lega (quindi o Casini o Bertinotti, poichè credo che il PD+IDV la battano). Al di là delle mie scelte più o meno condivisibili trovo tutt'ora impressionante la poca lucidità politica che attanaglia Berlusconi negli ultimi 3-4 anni. Andare a votare con questa legge elettorale può per lui rivelarsi il vero suicidio politico poichè dovrà avvettare un governo in cui lui non potrà avere il ruolo di primo attore protagonista. E Berlusconi, per me, o è leader o è finito.

Anonimo ha detto...

Quel che racconti assume toni ancor più grotteschi dovuti al fatto che nelle regioni del Nord dove il PDL è forte la Lega corre da sola per cercare di prendersi i senatori come primo o secondo sconfitto, togliendone ulteriormente a Veltoni, Casini, Bertinotti... Io infatti, da elettore di sinistra lombardo sto meditando quale sia realmente il voto utile al Senato: quello del partito che ha piu possibilità di battere la Lega (quindi o Casini o Bertinotti, poichè credo che il PD+IDV la battano). Al di là delle mie scelte più o meno condivisibili trovo tutt'ora impressionante la poca lucidità politica che attanaglia Berlusconi negli ultimi 3-4 anni. Andare a votare con questa legge elettorale può per lui rivelarsi il vero suicidio politico poichè dovrà avvettare un governo in cui lui non potrà avere il ruolo di primo attore protagonista. E Berlusconi, per me, o è leader o è finito.

Anonimo ha detto...

Quel che racconti assume toni ancor più grotteschi dovuti al fatto che nelle regioni del Nord dove il PDL è forte la Lega corre da sola per cercare di prendersi i senatori come primo o secondo sconfitto, togliendone ulteriormente a Veltoni, Casini, Bertinotti... Io infatti, da elettore di sinistra lombardo sto meditando quale sia realmente il voto utile al Senato: quello del partito che ha piu possibilità di battere la Lega (quindi o Casini o Bertinotti, poichè credo che il PD+IDV la battano). Al di là delle mie scelte più o meno condivisibili trovo tutt'ora impressionante la poca lucidità politica che attanaglia Berlusconi negli ultimi 3-4 anni. Andare a votare con questa legge elettorale può per lui rivelarsi il vero suicidio politico poichè dovrà avvettare un governo in cui lui non potrà avere il ruolo di primo attore protagonista. E Berlusconi, per me, o è leader o è finito.

Anonimo ha detto...

Quel che racconti assume toni ancor più grotteschi dovuti al fatto che nelle regioni del Nord dove il PDL è forte la Lega corre da sola per cercare di prendersi i senatori come primo o secondo sconfitto, togliendone ulteriormente a Veltoni, Casini, Bertinotti... Io infatti, da elettore di sinistra lombardo sto meditando quale sia realmente il voto utile al Senato: quello del partito che ha piu possibilità di battere la Lega (quindi o Casini o Bertinotti, poichè credo che il PD+IDV la battano). Al di là delle mie scelte più o meno condivisibili trovo tutt'ora impressionante la poca lucidità politica che attanaglia Berlusconi negli ultimi 3-4 anni. Andare a votare con questa legge elettorale può per lui rivelarsi il vero suicidio politico poichè dovrà avvettare un governo in cui lui non potrà avere il ruolo di primo attore protagonista. E Berlusconi, per me, o è leader o è finito.

*paraffo* ha detto...

Caro anonimo, temo di non aver capito appieno la prima parte del tuo intervento e quindi, non potendo risponderti con qualche sensatezza, mi astengo.

Sulla seconda parte, invece, quella che attiene alla qualità della leader-ship di Berlusconi nel prossimo governo, devo farti notare che tu hai una idea dei poteri di un Capo del Governo che non corrisponde alla realtà del nostro ordinamento costituzionale.
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, in Italia, è un primus inter pares, cioè non conta nulla! Non ha il potere di nominare nè di licenziare i ministri, nè ha il potere di sciogliere le camere, se i suoi alleati recalcitrano. Ergo, il ruolo di "primo attore protagonista" che tu sostieni Berlusconi avesse nel suo Governo precedente e che non potrà avere nel prossimo, per colpa di "questa" legge elettorale, è un non-problema.

Quanto a lucidità politica, Berlusconi - secondo me - ne ha da vendere, come del resto gli riconoscono tutti i suoi "avversari" e come NON gli riconoscono soltanto i suoi "nemici viscerali", cioè coloro che guardano alla politica con la stessa razionalità che usano gli ultrà della curva sud degli stadi.

Comunque, ti ringrazio per l' intervento. Ciao!