martedì 11 marzo 2008

Mieli, uomo di grandi certezze


Sono passati due anni da quando l' ineffabile Direttore degli ineffabili opinionisti dell' ineffabile Corriere della Sera, si lanciò in questa ineffabile dichiarazione:
"...siamo convinti che la coalizione costruita da Romano Prodi abbia i titoli atti a governare al meglio per i prossimi cinque anni ..."
Voi penserete, bè Mieli è uomo di cultura, profondo conoscitore della storia patria, attento osservatore della cronaca politica nostrana, quindi avrà tratto la sua convinzione da fatti ben concreti! Errore! Ce lo spiega lui stesso da dove l'ha ricavata. Sentite:
" ... anche per il modo con il quale in questa campagna elettorale Prodi stesso ha affrontato le numerose contraddizioni interne al proprio schieramento".
Capito? Mieli ha preso per buoni i discorsi elettorali di Prodi!
In realtà ha scritto "anche" da quelli, quindi c'è dell' altro. Sentiamo:
"Merito, questo, oltreché di Romano Prodi, di altre quattro o cinque personalità del centrosinistra. Il leader della Margherita Francesco Rutelli, che ha saputo trasformare una formazione di ex dc e gruppi vari di provenienza laica e centrista in un moderno partito liberaldemocratico nel quale la presenza cattolica è tutelata in un contesto di scelte coraggiose nel campo della politica economica e internazionale. Piero Fassino, l’uomo che più si è speso per traghettare, mantenendo unito e forte il suo partito, la tradizione postcomunista nel campo dominato dai valori di cui sopra. I radicalsocialisti Marco Pannella e Enrico Boselli che con il loro mix di laicismo temperato e istanze liberali rappresentano la novità più rilevante di questa campagna elettorale. Fausto Bertinotti, il quale per tempo ha fatto approdare i suoi alle sponde della nonviolenza e ha impegnato la propria parte politica in una nitida scelta al tempo della battaglia sulle scalate bancarie (ed editoriali) del 2005."

Capito? Mica si è fidato solo di Prodi, ci mancherebbe altro! Ha ascoltato anche Francesco Rutelli! Miei cojoni, direbbero a Roma ... Ma non basta. Ha dato ascolto anche a Fassino, anche a Pannella e persino a Boselli. Vi basta? No, non ci basta ancora. Il personaggio risolutivo cui Mieli ha dato ascolto per consolidare la sua convinzione è - tenetevi forte - nientepopòdimeno che Fausto Bertinotti!! Be', aluuura, direbbero a Milano ....

Sarebbe tutto da ridere se Mieli fosse un fesso qualunque, come me, ma il Direttore Mieli è davvero persona di cultura e fine conoscitore di storia e di politica .... quindi c'è poco da scompisciarsi, c'è da piangere, invece. Da piangere sul fatto che il nostro pese non riesca a produrre un solo giornale libero e un solo direttore che non faccia politica di parte in modo così impunemente sfrontato.

Per parafrase un noto spot pubblicitario: "No libera stampa? No democrazia"!

Eccovi il testo completo dell' invito al voto di due anni fa. Memorizzatelo, in attesa del prossimo, di quello che Mieli pronuncerà fra qualche settimana .....

Corriere della Sera
La scelta del 9 aprile
Centrosinistra e centrodestra al voto
di
Paolo Mieli

A dispetto di quel che da tempo attestano, unanimi, i sondaggi, il risultato delle elezioni che si terranno il 9 e 10 aprile appare ancora quantomai incerto. È questo un buon motivo perché il direttore del Corriere della Sera spieghi ai lettori in modo chiaro e senza giri di parole perché il nostro giornale auspica un esito favorevole ad una delle due parti in competizione: il centrosinistra. Un auspicio, sia detto in modo altrettanto chiaro, che non impegna l’intero corpo di editorialisti e commentatori di questo quotidiano e che farà nel prossimo mese da cornice ad un modo di dare e approfondire le notizie politiche quanto più possibile obiettivo e imparziale, nel solco di una tradizione che compie proprio in questi giorni centotrent’anni di vita.
La nostra decisione di dichiarare pubblicamente una propensione di voto (cosa che abbiamo peraltro già fatto e da tempo in occasione delle elezioni politiche) è riconducibile a più di una motivazione. Innanzitutto il giudizio sull’esito deludente, anche se per colpe non tutte imputabili all’esecutivo, del quinquennio berlusconiano: il governo ha dato l’impressione di essersi dedicato più alla soluzione delle proprie controversie interne e di aver badato più alle sorti personali del presidente del Consiglio che non a quelle del Paese. In secondo luogo riterremmo nefasto, per ragioni che abbiamo già espresso più volte, che dalle urne uscisse un risultato di pareggio con il corollario di grandi coalizioni o di soluzioni consimili; e pensiamo altresì che l’alternanza a Palazzo Chigi - già sperimentata nel 1996 e nel 2001 - faccia bene al nostro sistema politico. Per terzo, siamo convinti che la coalizione costruita da Romano Prodi abbia i titoli atti a governare al meglio per i prossimi cinque anni anche per il modo con il quale in questa campagna elettorale Prodi stesso ha affrontato le numerose contraddizioni interne al proprio schieramento.
Merito, questo, oltreché di Romano Prodi, di altre quattro o cinque personalità del centrosinistra. Il leader della Margherita Francesco Rutelli, che ha saputo trasformare una formazione di ex dc e gruppi vari di provenienza laica e centrista in un moderno partito liberaldemocratico nel quale la presenza cattolica è tutelata in un contesto di scelte coraggiose nel campo della politica economica e internazionale. Piero Fassino, l’uomo che più si è speso per traghettare, mantenendo unito e forte il suo partito, la tradizione postcomunista nel campo dominato dai valori di cui sopra. I radicalsocialisti Marco Pannella e Enrico Boselli che con il loro mix di laicismo temperato e istanze liberali rappresentano la novità più rilevante di questa campagna elettorale. Fausto Bertinotti, il quale per tempo ha fatto approdare i suoi alle sponde della nonviolenza e ha impegnato la propria parte politica in una nitida scelta al tempo della battaglia sulle scalate bancarie (ed editoriali) del 2005.
Noi speriamo altresì che centrosinistra e centrodestra continuino ad esistere anche dopo il 10 aprile. E ci sembra che una crescita nel centrodestra dei partiti guidati da Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini possa aiutare quel campo e l’intero sistema ad evolversi in vista di un futuro nel quale gli elettori abbiano l’opportunità di deporre la scheda senza vivere il loro gesto come imposto da nessun’altra motivazione che non sia quella di scegliere chi è più adatto, in quel dato momento storico, a governare. Che è poi la cosa più propria di una democrazia davvero normale
28 marzo 2006

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Paraffo!
Complimenti per il tuo sito. Ho scelto questo post per salutarti. Di Paolone ho già detto qualcosa nel sito di Mauro.
Hai parlato di "sintomi" di un "inciucio" che mi danno una certa preoccupazione. Ho vissuto molto male questi due anni di governo alla Mortadella di Bologna, e spero proprio che con le elezioni di aprile cambino molte cose, dalla sicurezza, all'immigrazione, alle tasse e via dicendo. Con Walter, che altro non è che la velina di Romano, ci ritroveremmo ad essere terzomondisti.
Caio
Zeus

*paraffo* ha detto...

Ci stiamo rincorrendo, Zeus! Ti ho appena risposto su Centrodestra.

Ora pubblico la mia risposta anche qui, ma come post, perchè non voglio che rimanga nascosta ai nuovi arrivi. Mi pare interessante ...

Devo dirtelo esplicitamente che condivido le tue preoccupazioni? Comunque, Walter non vince, stai tranquillo!

Sky Tg24 ha appena diffuso il suo sondaggio settimanale: il distacco a nostro favore è sempre del 9%!

Anonimo ha detto...

La tua risposta mi rincuora, Paraffo!
Speriamo che i sondaggi continuino ad andare bene così.
MALGRADO
-le inopportune dichiarazioni di Ciarrapico che ha dato forti appigli alla sx
e
-le battute sciapite di Berlusconi, il quale, a furia di battute ha seempre offerto il fianco agli avversari; nella politica ci vuole accortezza e non bisogna buttarsi a dichiarazioni o fare battute a bi....ro sciolto, così come è avvenuto in questi giorni.
Ciao. ZEUS